Libidine in montagna

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  1. Rosa Bulgari
     
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    Quella slogatura non sembrava volerle proprio passare. Aveva risparmiato per mesi assieme a suo marito per potersi permetter quella settimana bianca ed era riuscita a farsi male proprio due giorni prima di partire.
    Non avrebbe potuto sciare per l’intera settimana, mentre suo marito e suo figlio avrebbero passato intere giornate sulle piste da sci a divertirsi come matti.
    -Marta?
    Si voltò per capire chi avesse pronunciato il suo nome. Era Massimo del reparto spedizioni dell’azienda per cui lavorava.
    -Ciao Massi, che ci fai qui?
    -Sono in settimana bianca.- rispose lui, sorridente come al solito.
    Avevano sempre flirtato in maniera innocente a lavoro, ma on si erano mai incontrati al di fuori dell’ambiente lavorativo.
    -Come mai non sei sulle piste?
    -Perché non scio. Quando vengo in settimana bianca, mi limito a bere e leggere. Adoro leggere in montagna.
    -Anche io sto leggendo. Purtroppo non posso sciare per via della mia slogatura.
    -Accidenti, mi dispiace… cosa leggi?
    -King.
    -Anche io.
    -Ma dai, mi sa che abbiamo gli stessi gusti letterari.- sorrise.
    Senza un senso logico e razionale, Massimo baciò Marta sulle labbra.
    -Cazzo, scusa.- disse, pentendosene immediatamente.
    -Io sono sposata.- rispose, indispettita ed eccitata al contempo.
    -Lo so, scusa. È che quando ti ho visto sorridere non ho potuto fare a meno di baciarti.
    Marta arrossì immediatamente. Suo marito non le aveva mai parlato in quella maniera.
    -È che tu sei così bella.
    -Baciami ancora.- disse, avvicinandosi a lui.
    La hole dell’albergo era piena di gente e chiunque avrebbe potuto vederli, ma a lei non importava.
    -Avvicinati.- disse, mettendosi la giacca sulle gambe.
    Massimo si accostò a lei, infilandole una mano tra le gambe, sotto i pantaloni.
    -Sei già bagnata.
    -Sì, mi hai eccitata un casino… come cazzo fai.
    -Non lo so… sei tu che mi ispiri. Vuoi salire nella mia camera?- domandò.
    -No, voglio che continui a masturbarmi qui, in mezzo alla gente.
    La mano iniziò ad inserirsi dentro di lei, sempre più a fondo.
    Suo marito non la toccava in quella maniera e sicuramente non avrebbe mai preso un iniziativa come quella, in mezzo ad altra gente.
    Marta aveva fantasticato molte volte su Massimo ma quei sogni erano destinati al mondo della fantasia e non avrebbe mai immaginato che tra loro due sarebbe successa una cosa del genere, soprattutto in maniera del tutto inaspettata.
    -Mi stai facendo impazzire, lo sai?- disse, socchiudendo le cosce.
    -Hai una figa così bagnata… sei perfetta.
    -C’è un tizio che ci sta guardando. Deve proprio aver capito quello che sta succedendo sotto la giacca.
    -Vuoi che mi fermi?
    -No. Voglio venire su questo divano… lasciamolo guardare.
    -Probabilmente questa sera si toccherà pensando a quel figone che si faceva masturbare sul divano della hole dell’albergo.
    -Non sono un figone.
    Certo che lo sei.- sorrise Massimo, con la mano inzuppata del piacere di Marta.
    La sua vagina le sembrava essere diventata un tizzone ardente, pronto a bruciarle la pelle. Stava soffrendo per il troppo piacere procuratole da quella mano gentile che stava giocando con le sue vergogne.
    -Cazzo, sì. Erano mesi che non venivo.
    -Beh… quando ti serve una mano, tu dimmelo.
    -Oh, sì. sì.- concluse, entrando a piedi pari nel mondo dell’amplesso, mentre quello strano tizio continuava a fissarli con un erezione nei pantaloni.
    Avrebbe giocato molto con il suo collega in futuro. Faceva sempre comodo avere una mano a disposizione.
    -La prossima volta ti faccio venire io. Diventeremo amici di masturbazione.
    -Affare fatto, amica.
    -Direi che adesso puoi anche togliere la tua mano da me.- disse Marta, accompagnando il suo braccio.
    Per terminare quella sessione di masturbazione in pubblico, Marta decise di leccare le dita di Massimo, ancora bagnate del suo liquido vaginale.
    -Direi che ho proprio un buon sapore. Mi piace la mia figa.
    -Anche a me piace molto la tua figa, piccola.
    Blog: I Racconti Erotici, Racconto: Libidine in montagna
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