Zora

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  1. Rosa Bulgari
     
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    eightborabora

    -Scusate, non so proprio cosa mi sia preso.- gridò Tom dal bagno della barca.
    Avevano prenotato un giro in barca nella riviera ligure, ma appena salì sull’imbarcazione iniziò a vomitare per il mal di mare.
    Fortunatamente sua moglie era in compagnia dello Skipper, Gabriele, che sembrava a Tom proprio un bravo ragazzo.
    -Tranquillo amore, Gabriele mi sta facendo compagnia. Spero che tu non stia troppo male.- rispose Zora, riprendendo a ciucciare il cazzo di Gabriele.
    -No, no, tesoro. Tranquilla, sono un toro, lo sai.- gridò.
    -Nel senso che ha le corna in testa?- domandò a bassa voce Gabriele, mentre Zora continuava a ciucciargli il pene eretto.
    -Probabilmente sì.- disse Zora, riemergendo.
    -Vienimi sopra.
    -Aspetta che mi tolgo gli slip.- rispose, sfilandosi le mutandine per poi attorcigliarsele al polso. Zora inghiottì il cazzo di Gabriele nella sua figa, sentenziando l’inizio di una scopata clandestina, mentre suo marito vomitava sotto coperta.
    Era bello scopare in mezzo al mare. Non c’era nessuno, ma avrebbe potuto vederli chiunque. Tutto era così eccitante.
    Adorava farsi scopare dagli altri uomini. Tradire era un vizio che non era mai riuscita ad abbandonare. Si poteva quasi dire che aveva deciso di sposarsi solamente per tradire un uomo.
    Gabriele stringeva quei fianchi magrolini, mentre Zora continuava a saltellare sul suo cazzo, muovendo la schiena ad onda. Era la classica troia da monta.
    Sembrava una di quelle mogli delle commedie all’italiana degli anni settanta.
    Gli sbatté i seni in faccia e lui iniziò a ciucciarle le tette come avrebbe fatto un poppante affamato.
    -Scopami. Sbrigati a venire… potrebbe uscire da un momento all’altro.- disse lei, con la voce impastata dall’eccitazione.
    Erano mesi che non veniva scopata con quell’impeto.
    La salsedine le accarezzava la pelle, assieme alle mani di Gabriele che le accarezzavano ogni parte del suo corpo, come se fosse stata l’unica donna del pianeta.
    Zora si sollevò e, mettendosi a pecorina sulla ringhiera dell’imbarcazione, fece accomodare Gabriele nel suo buco posteriore.
    Prenderlo nel culo, mentre il panorama della riviera ligure ti sfrecciava a fianco era impagabile. Era la versione pornografica di una cartolina delle vacanze.
    -Tesoro ci sono quasi!- gridò Tom
    -Tranquillo.- sussultò lei, martirizzata dal cazzo duro di quell’aitante skipper.
    -T’incula mai il cornuto?- domandò, tirandole uno schiaffo sulle chiappe.
    -No… non gli piace il sesso anale.
    -Come può un uomo sano di mente non amare il tuo buchino stretto?- chiese.
    -Cazzo, mi farei inculare da te per tutta la vita… non ti fermare.- rispose, stringendogli la mano.
    -Sto per venire.
    Zora estrasse da lei quell’arnese di carne e si mise in ginocchio davanti a Gabriele, dicendo -Sborrami in faccia. Sono stata una bambina motlo cattiva.
    -Sì… devi assolutamente essere punita..- disse, masturbandosi davanti a quegli occhioni azzurri.
    La sborra stava per uscire, quando la porta si aprì. Una schizzata di sperma ricoprì il volto di Zora, sporcandole quella sua pelle tendente al lentigginoso. Occhi, capelli, labbra e naso; ogni parte di quel bellissimo volto era stato battezzato dal liquido bianco dello skipper che li aveva portati in quella specie di paradiso terrestre. Era così bella che l’erezione faticava a passargli; avrebbe perfino potuto innamorarsi di una ragazza come quella se non fosse stata un puttanone di proporzioni bibliche.
    -Cazzo, mi devo pulire, disse, correndo verso il suo asciugamano.
    Gabriele si rivestì, accogliendo Tom con una stretta di mano.
    -È stata dura… ma mi sono liberato.- disse, accarezzandosi la pancia.
    -Tranquillo, ho controllato io sua moglie.- sorrise Gabriele.
    Zora li raggiunse, porgendo la guancia al marito, facendosi dare un bacino proprio dove qualche attimo prima era stata schizzata da Gabriele.
    Lo skipper era un lavoro fantastico. Soprattutto quando le mogli dei tuoi clienti si lasciavano sborrare in faccia.
    -Cosa ne dice di venire a mangiare con noi questa sera, Gabriele?- domandò Tom.
    -Mi farebbe molto piacere, sempre che vada bene anche a sua moglie.
    -Sì, sì… per me non c’è nessun problema.- rispose lei, vogliosa di quei centimetri di carne che aveva avuto dentro di lei fino a qualche minuto prima.
    Blog: I Racconti Erotici, Racconto: Zora
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