Cosa vuoi per Natale?

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  1. Rosa Bulgari
     
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    Mia sorella venne da me, disturbandomi come al solito, mentre ero intento a giocare al computer.
    -Ti posso disturbare?
    -Dimmi.
    -Vorrei sapere cosa potrebbe piacerti per Natale.
    Smisi di giocare e mi girai verso di lei. Avevamo deciso che non ci saremmo fatti regali, ma a quanto pareva lei non voleva rispettare quel patto.
    -Avevamo detto: niente regali…
    -Lo so… ma non ci riesco a non fartene uno.
    -Sei proprio sicura?
    Mia sorella era bellissima. Biondina, magra con seni acerbi. Mi masturbavo sempre pensando a lei, immedesimandomi in tutti quei ragazzi che le infilavano il pisello dove volevano; provavo molta invidia nei loro confronti.
    -Dai… per una volta in cui puoi chiedermi tutto quello che vuoi…
    -Ok. Ti ricordi quando da bambini giocavamo?
    -Certo.
    -Intendo… quando da bambini giocavamo al dottore?
    Ci fu un momento di gelo in cui mia sorella sembrò quasi estraniarsi dal mondo per una quindicina di secondi, per poi ripiombare sulla terra, atterrando di testa.
    -Vorrei che tu mi leccassi il cazzo.- dissi, senza parafrasare.
    -Spero che tu stia vivamente scherzando. Non mi piacciono questi discorsi.
    La baciai. Avrebbe potuto tirarmi uno schiaffo, invece si limitò a ricambiare il mio bacio, accogliendo la mia lingua dentro la sua bocca. Lo sapevo che anche lei provava qualcosa per me.
    La sua mano scese gentilmente sul rigonfiamento dei miei pantaloni. -Buon Natale a me.- pensai.
    Senza smettere di baciarmi, mi slacciò la cintura, abbassandomi poi i pantaloni fino alle caviglie.
    Guardarla inginocchiarsi ai miei piedi come una schiava del sesso, non aveva paragoni. La più prorompente erezione della mia vita finì tra le sue labbra gentili e crebbe ancora a dismisura al tocco umido della sua lingua.
    -Ah… come sei brava Donata.- dissi, accarezzandole la testa bionda.
    In quel momento venni ripagato per tutte le panciate di cazzo duro che mi ero fatto negli anni. Ripensai a tutte le volte in cui l’avevo vista scendere dalle scale con gonnelline svolazzanti, a tutte le volte in cui mi chiedeva di passarle l’accappatoio nella doccia e via dicendo.
    Adesso era lì’. La mia bella sorellina mi stava facendo un pompino in camera mia, mentre la casa era silenziosa e vuota.
    Iniziò a solleticarmi le palle. Provai una goduria immensa. Era la miglior bocchinara che mi avesse ciucciato il cazzo e ci vivevo assieme. Ero la persona più fortunata del mondo.
    Bisognava riconoscere che per una volta bellezza e bravura combaciavano in una persona e, credetemi, non era sempre così. I pompini di mia sorella erano la cosa più vicina al miracolo che potessi immaginare. Probabilmente era una specie di divinità scesa interra per spompinarci tutti, riportandoci sulla retta via della fede.
    Avrei pregato ogni giorno se fosse esistita una religione basata sui pompini di mia sorella.
    Tutto quello che stavamo facendo era sbagliato, ma non era importante, Quando una donna ti ciucciava il pisello in quella maniera, nulla aveva più importanza.
    -Succhia, Do… succhia. Sto per venire.
    La sua testa iniziò a muoversi più velocemente, e il risucchio della sua bocca si fece via via più rumoroso. I rumori di quel ciuccia, ciuccia erano gli stessi dei film porno che trovavi su internet, ma quella volta era tutto vero e stava succedendo a noi.
    Le sborrai in bocca con tutta la mia potenza. Non credevo possibile sborrare così tanto.
    Donata iniziò a tossire sperma sul mio cazzo. Guardai il mio seme, uscirle dalla bocca come muco dal naso, in un filamento continuo che le partiva dalla gola e le arrivava fino al pavimento fu la cosa più eccitante che avessi mai visto.
    Non so perché lo feci, ma corsi immediatamente a baciarla sulle labbra sporche di sperma. Era la mia sorellina e non sarebbe mai stata sporca.
    -La prossima volta magari ti vengo in faccia.
    -Se ci sarà una prossima volta…
    -Non ti è piaciuto?
    -Mi è piaciuto tantissimo. Potremmo farlo ad ogni Natale, che ne dici?
    -Io vorrei farlo ogni giorno.
    -Lo succhio bene, vero?
    -Ti amo.
    -Anche io.
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