Il dolce gusto della sborra di mio cugino

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Rosa Bulgari
     
    .

    User deleted


    Ciao a tutti, sono Marco, pugliese di nascita ma milanese di adozione,ho 28 anni, vivo a Milano da qualche mese guadagnandomi il pane facendo l’imbianchino.

    A trovarmi lavoro è stato mio cugino Lorenzo che fin dal mio arrivo nella metropoli si è subito dimostrato disponibile,

    Con Lorenzo c’è sempre stato un rapporto speciale, da piccoli, prima che la sua famiglia si trasferisse da Barletta a Milano, giocavamo sempre insieme, per strada come in casa, chiusi in una stanza a fare scemenze, è stato con lui che ho fatto le mie prime scoperte sessuali: le prime seghe e misurazione del pisello,le prime pisciate insieme, le gare a chi pisciava più lontano.

    Allora non c’era malizia, non pensavamo assolutamente che tutto questo lo facevano i finocchi, all’ epoca c’era solo ingenuità e voglia istintiva di scoprirsi.

    Ricordo che una volta in una di quei piccoli viaggi alla scoperta del sesso, Lorenzo mi fece chiudere gli occhi e mi mise in bocca qualcosa di caldo che poi scoprì fosse il suo membro, la cosa mi lasciò indifferente e presto sia io che Lorenzo crescemmo dimenticandoci di quei piccoli giochi.

    E’ passato tanto tempo da allora, e sia io che Lorenzo adesso siamo fidanzati con due stupende ragazze.

    Capita spesso di uscire insieme, tutti e quattro, ci troviamo bene e quando Lorenzo mi chiama per uscire e andare a mangiare una pizza, già so che sarà una nuova occasione per farci quattro risate.

    I miei primi mesi milanesi, sono passati velocemente, con Giulia, la mia ragazza tutto andava per il meglio ed anche l’affinità che si era creata tra lei e la ragazza di Lorenzo.

    Adesso però le cose con Giulia sono cambiate e questo è dovuto a Lorenzo che in una sera è riuscito a farmi mettere in discussione.

    Capitò che le nostre fidanzate andassero ad un addio al nubilato, così che con Lorenzo organizzammo un’uscita da maschi, chiamando a raccolta amici più di Lorenzo che miei.

    Cominciammo la serata a cena in un caratteristico locale sui navigli, e proseguimmo il nostro tour notturno in un locale delle campagne Milanesi, un piccolo Irish Pub dall’atmosfera invitante, soprattutto per bere. E fu questo che cominciarono a fare a dismisura Lorenzo ed i suoi amici, e sinceramente se non fosse stato per il mio ruolo da conducente anche io mi sarei dato alla pazza gioia.

    In ogni caso anche da spettatore era divertente assistere a quei sproloqui senza senso, come quando si cominciò a parlare di sesso e dei luoghi più strani dove ci era capitato di scopare.

    Fu così che scoprì alcuni aneddoti di mio cugino, come quando avvicinò una puttana e se lo fece succhiare dal finestrino senza scendere dalla macchina.

    Oramai annebbiato dai fumi dell’ alcool cercò di imitare la posizione sua e quella della puttana , afferrandosi il pacco e avvicinandosi al viso di Carlo che era stato destinato a recitare la parte della prostituta, i ragazzi non capivano più nulla al punto che Carlo si calò nella parte, sempre ridendo come un pazzo e facendo finta di leccare la patta di mio cugino.

    Quando mi resi conto che quella prosa omosessuale stava degenerando, raccolsi i quattro corpi superstiti di quelli che una volta erano ragazzi normali con i nomi di: Lorenzo, Marco, Gianni e Tonino e li caricai in macchina.

    A metà tragitto Lorenzo mi disse che aveva urgenza di pisciare,ed io ridendo gli dissi: tienitela! E lui mi disse; Cugino se non mi fai scendere, ti piscio in macchina e poi te la faccio raccogliere tutta con la lingua! Parti una risata dalla parte posteriore della macchina, e quella che per loro era stata una battuta brillante, per me era stato un colpo allo stomaco, qualcosa si mosse dentro di me nel sentire quelle parole semi autoritarie di Lorenzo, credo che fu proprio per sopprimere quello sfarfallio interno che frenai di colpo facendo quasi battere la testa di Lorenzo e degli altri contro il cruscotto della macchina. Scendi! Ordinai a Lorenzo, scaricati e torna!

    Lo scemo non riusciva neanche ad aprire lo sportello della macchina, così che scesi, feci il giro dall’altro lato, e lo aiutai a scendere. Mi guardò ridendo e mi disse: Grazie cugino! Ora manca solo che mi tieni il cazzo mentre piscio!

    Feci finta di dargli un calcio nel culo e barcollante cominciò a pisciare contro il prato.

    Lo tenevo dai fianchi mentre osservavo la sua sagoma muscolosa e imponente di spalle e il fumo che doveva fare quella pisciata sul verde prato Milanese.

    Sistemata questa questione di prima necessità ripartimmo alla volta di Milano, dovevo accompagnarli tutti a casa e cercai svariate volte di farmi dire l’indirizzo di ognuno di loro, ma in cambio quel che ricevevo era una fragorosa risata e ironici insulti, così dopo un giro a vuoto nella desolata Milano, decisi di traghettarli tutti nel mio monolocale.

    Buttai Marco e Gianni sul divano e Lorenzo e Tonino sul mio letto. Ed Io? Beh allora cominciò la mia personale via crucis con ognuno di loro al gabinetto, sorregendoli per farli pisciare e nel caso di Marco anche vomitare.

    Quando accompagnai Tonino, che era il più fuori di testa, notai che non riusciva neanche a centrare la tazza, tentando per ben due volte ma con il risultato che schizzò il bidet.

    Fu allora che mi misi dietro di lui ed incastrandomi col suo corpo cercai di tenerlo fermo.

    Mi caddero gli occhi sul suo cazzo, anche se moscio era lungo e venato, quella visione mi fece indurire l’uccello e con sorpresa mi accorsi che quel gioco cominciava a piacermi, così che approfittando della sua semi incoscienza, impugnai il suo cazzo, centrandoglielo contro il gabinetto.

    In alcuni momenti gliela scappellai, notando dei sospiri da parte sua, ma ogni qualvolta lo facevo schizzi di piscio arrivavano sulla mia mano, così lasciai perdere, fino a che concluso quel momento cercai di risistemarglielo tra i pantaloni cercando in questa operazione di farglielo indurire. La cosa era quasi riuscita, infatti quando dovetti alzargli la zip, un cazzo duro e pulsante spingeva contro il jeans.

    Avevo il cazzo in tiro e gran voglia di fargli una sega, ma non potevo compromettermi, e quasi sussultai quando nello stipite della porta vidi gli occhi di mio cugino che mi osservavano.

    Per un’ attimo ero sicuro che gli occhi di Lorenzo non fossero poi così annebbiati, ma quando lo guardai meglio un velo di incoscienza si ridipinse su di lui.

    Entrò in bagno e ridendo mi disse, cugino anche io voglio che me lo scappelli, fece seguire queste parole dal rumore della zip che si scese,ne fece uscire un cazzo eccitato grosso e nerboruto, dai cugino, mi disse, scappellamelo come hai fatto con Tonino, me lo avvicinò alla mano e istintivamente glielo presi, si appoggiò al lavandino e si godette quella sega che cominciai a fargli. Andavo su e giù osservavo come alcuni peli neri del suo cazzo cercassero di uscire dalla patta e di come la carne di quel membro lottava contro i lati della zip, non si sbottonò, restò così per tutto il tempo della sega,con i pantaloni aperti all’altezza del cazzo, finche le sue vene si gonfiarono e dalla punta del su cazzo fiotti di sborra cominciarono a imbrattarmi il viso… me ne portai qualche goccia in bocca, aveva un sapore salato e alzai gli occhi per guardare mio cugino che si era assopito sul lavandino. Avevo appena fatto un bocchino a Lorenzo, mentre lui si era addormentato!

    Nei giorni successivi un lieve imbarazzo copriva il mio volto, ma durò il tempo di rendermi consapevole che di quella notte Lorenzo non ricordava tutto, notte che mi fece riscoprire la sensazione di tenere un cazzo in mano e di assaporare il dolce gusto della sborra.
     
    .
0 replies since 30/12/2016, 20:01   20884 views
  Share  
.