Gli improponibili quattro

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  1. Rosa Bulgari
     
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    Chi scrive sono me, il Gigi. Sto qua nella stalla, che c’è la Vacca Ciola che mi guarda e mastica, come fanno tutte le vacche che ti guardano e masticano, e non so che cazzo c’hanno da guardare quando masticano. La vacca, il babbo l’aveva chiamata Erminia, come la sua zia, che quando mangia l’insalata fa uguale, ma siccome che da quando è nata c’ha una macchia a forma di ciola su un fianco, la vacca no la zia, noialtri l’abbiamo sempre chiamata Ciola e mo pure in paese la chiamano così. Ma però, visto che la zia di mio babbo, che si chiama Erminia come la vacca, lo ha saputo e si è offesa quando l’ha saputo, allora chiamiamo Ciola pure a lei, e tutto va bene.

    Noialtri siamo in quattro, come una mano senza il pollice. Come la mano dell’Oronzo, che si è perso un dito pulendosi le unghie col coltello Pure noi eravamo 5, come le dita della mano dell’Oronzo prima che quella baldracca della moglie gli dicesse che faceva schifo con le unghie sporche. Poi l’Evaristo c’ha avuto un problema e da allora siamo quattro.

    Il primo sono me, il Gigi, e vi scrivo a voi questa storia di noi quattro, che è una storia vera e pure se non ci credete è vera lo stesso. Poi c’è il Nico, che da bambini davamo da mangiare ai maiali insieme e i maiali ci odiavano, perché gli fottevamo le ghiande e le scambiavamo con i sassi, e una volta c’è stato un problema con un maiale che si trovava a passare mentre il Nico pisciava sul muro del fienile, che lo ha visto con le brache calate e credeva di aver capito dove il Nico nascondeva le ghiande, così ha pensato di fottergliele a lui. Che un maiale sembra che non capisce, ma quando tenti di fregarlo tante volte, capisce. Solo che un maiale non distingue i coglioni dalle ghiande e se a voi vi viene da fare due gocce, dovete prima vedere che non passa un maiale. Il Nico questo lo ha capito, solo che mo il pisello gli pende a sinistra. La palla destra se l’è mangiata il maiale e con gusto!

    Il Nico è il mio migliore dei migliori amici, ma non ce lo dite al Gianni e a l’Oreste che si incazzano come cinghiali. Me ce l’ho visto un cinghiale incazzato, una volta che andavo per funghi e faceva proprio come il Gianni. Come l’Oreste un po’ meno, perché l’Oreste si incazza più come una pecora. Che una pecora sembra che non s’incazza, ma se la inculate all’improvviso, senza un po’ di carezze, di parole dolci, quella s’incazza.

    All’Oreste le pecore piacciono molto. Le mie se l’è già fatte tutte tranne la Giusy, che se lo fa dare solo dal cane pastore. Quando l’Oreste l’ha scoperto è rimasto male, che al cane pastore sì e a lui no, ha pianto per una settimana, non dormiva più. Poi gli abbiamo comprato un’altra pecora, l’Ubalda, e l’Oreste si è un po’ ripreso. L’Ubalda invece ha subito preso l’espressione da pecora spaurita, che voi pensate che è per la paura dei lupi che hanno quell’espressione là, invece è perché è passato l’Oreste. E dopo lo Sperimento del dottor Scognamiglio, le pecore si mettono pure in fila, quando c’è l’Oreste. Una accanto all’altra, con il culo in fuori. Capiscono le pecore, voi pensate di no, ma quando una cosa gli piace, capiscono.

    Ho detto dopo lo Sperimento perché è di questo che me vi devo parlare. De lo Sperimento del dottore e di noialtri buoni amici che abbiamo firmato quel foglio, di fare parte del Grande Sperimento che doveva salvare il paese e forse anche il mondo, dalla moria delle vacche e dal pericolo di Estintore. Così diceva il dottore e noi ci abbiamo chiesto qualche spiegazione in più, che noi a scrivere due parole e a fare la conta siamo capaci, ma le scuole alte non le abbiamo fatte. Ma Scognamiglio ci ha detto: “Mo che cazzo volete, vi ho detto che dopo lo Sperimento tromberete molto di più di adesso, che cazzo volete pure le spiegazioni, firmate il foglio e andate alle case vostre, che qua ci penso io.” E noialtri abbiamo firmato tutti. Pure l’Evaristo, che lui trombava meno di tutti, e per questo è andato per primo a fare l’Ignezione. Poi ha avuto un problema e quando abbiamo visto che non tornava abbiamo pensato che stava ancora trombando, poi dopo tre giorni lo siamo andati a cercare, mica ci poteva fottere tutte le donne del paese! Ma il dottore ci ha detto “Bho!Non lo so dove cazzo sta, l’ho mandato in città così vi lasciava le donne del paese a voi. Andate alle case vostre, che qua ci penso io.”

    E così siamo rimasti in quattro. Noialtri sembra che non abbiamo capito, ma da che il dottore ci ha fatto pure a noi l’Ignezione., lo capiamo pure noi che Evaristo è andato in città perché c’aveva un problema. Che se no ci veniva a salutare a noialtri, mica è uno che se la tira l’Evaristo. Perciò lo aspettiamo e gli lasciamo a lui un po’ di femmine da trombare quando torna. E’ vero che non ce ne siamo trombate molte, da quando è iniziato lo Sperimento. Ma il dottor Scognamiglio dice:”Mo che cazzo volete, avete firmato il foglio, dovete aspettare che finiscono gli effetti indesiderati. Andate alle case vostre, che qua ci penso io.” E noialtri aspettiamo.

    Ma me non lo so quali sono questi effetti indesiderati qua che devono finire. Trombo molto di più da quando mi ha fatto l’Ignezione., e non è che non lo desideravo. Solo che quando comincio poi ci vuole una secchiata di acqua gelata per farmi fermare e certe volte neanche quella mi basta. Allora mi devono dare un sacco di mazzate e lì mi fermo sicuro. Però non mi piace mica tanto e neanche alle femmine che mi stanno a guardare.

    Quando il dottore mi ha fatto l’Ignezione, mi ha detto che se mi mordeva un animale ci diventavo come a lui, perciò se non volevo fare la fine dell’Uomo Ragno, che non so che fine ha fatto ma il ragno è una bestia che mi fa schifo, dovevo starmene lontano dagli animali per quattro8 ore. Ma me l’orologio non ce l’ho, c’ho solo il gallo e non è mica tanto regolare, che ne so quante sono quattro8 ore giuste? E con l’Oreste che se ne va a pecore, il Nico che con i maiali non ci vuole più avere a che fare e il Gianni che se ne va in giro con il serpente sempre dritto, chi gli doveva dare da mangiare alle bestie? E che doveva fare Ciola che se non mi guarda quando mastica poi mi digerisce male, e fa certe scoregge che il cavallo mi rimane tossico per una settimana?

    E poi, a voi vi sembra che non ci ho pensato, ma io ci ho pensato: “se mi morde il cavallo”, ho pensato, “mi diventa il pisello lungo come a lui”. Ma hai voglia a girare attorno al cavallo, quello non mi mordeva. Però mi ha dato una zoccolata nei coglioni che per il dolore ho ululato tutta la notte e ho spaventato le pecore, che l’Oreste poi si è lagnato che la notte se l’è trovato tutte nel letto e ci ha dovuto fare un’ammucchiata per distrarle. E dopo lo Sperimento del dottor Scognamiglio le pecore sono diventate troppe da soddisfare tutte e l’Oreste ha dovuto fare i biglietti come per il turno in macelleria.

    In compenso, mi ha morso il coniglio e ora quando mi viene voglia di trombare non capisco più niente, mi attacco a tutto quello che trovo e lo ficco velocissimo proprio come un coniglio. Così, la moglie del fabbro ha figliato 6 femmine e 12 maschi. Ma il fabbro, che da tanto tempo si lagnava che il buon Gesù non gli aveva concesso figli, invece di ringraziarmi mi ha seguito per il paese con un randello. Un vero ingrato. Io ce l’ho detto che era per via de lo Sperimento e quando il fabbro ha chiesto spiegazioni al dottor Scognamiglio, lui ci ha risposto:”Questa è la scienza: volevate i figli e mo ce li avete. Mo che cazzo volete da me, andate alle case vostre, che qua ci penso io.”

    Però devo dire che devo essere fortunato di trovare una femmina davanti, che se no non ci stanno santi: lo ficco dove trovo un buco o lo faccio da me il buco. E’ così che ho trapanato le assi del fienile e quello non ha retto, è venuto giù. Da allora, i miei buonissimi amici mi seguono con un randello. Che la fattoria quella è e ce la dobbiamo tenere cara.

    E dopo che l’Evaristo c’ha avuto il problema, siamo rimasti in quattro come i coglioni dell’Oreste e alla fattoria ci dobbiamo pensare noialtri.

    Che secondo me, quello che gli è andato meglio con lo Sperimento è sicuramente l’Oreste. E’ vero che a lui le femmine non ci piacciono, perché lui va con le pecore. Persino la pecora Giusy, dopo l’Ignezione, è un po’ che non la dà al cane pastore, una voce ci ha detto che la Giusy si è fatta trovare provocante con le mammelle da fuori nel letto dell’Oreste, ma che lui per ripicca l’ha mandata via. Ora la Giusy non è più la pecora di un tempo e persino il cane pastore trascura i suoi doveri. Certi giorni scende al bar del paese a sbronzarsi e poi offende le femmine, tutte cagne.

    L’Oreste, che è un buono, c’ha molta pena per lui. Ma non ci può fare niente se dopo l’Ignezione gli crescono un sacco di piselli dove meno se lo spetta. Sono sicuro che alle femmine piace che se le tromba a due e tre alla volta, ma a me fa un po’ schifo e non gli do più la mano, perché potrebbe crescergli all’improvviso un pisello e mi troverei a fargli una pippa senza volerlo. Il giorno prima di ieri ha fatto uno starnuto, e gli è nato subito un pisello proprio sul naso, così quando lui se lo è soffiato è venuto nel fazzoletto, davanti a noialtri che abbiamo subito vomitato la zuppa di miglio.

    Lui ci soffre, ma alle pecore non frega un cazzo, loro sono contente e lui pure. E il dottor Scognamiglio ha detto:”Questa è la scienza, prima si lamentava sempre che ce l’aveva troppo piccolo mo non solo ce l’ha grosso, ce ne ha pure tre quattro e può trombare tutte le pecore che vuole! Che cazzo volete da me, andate alle case vostre, che qua ci penso io.” E secondo me c’ha pure ragione. Non che parlo per invidia, c’ho pure io il mio bel trombare, ma non si deve lamentare di tutti quei piselli.

    Al Gianni invece ce ne basta uno, di pisello. Anzi è pure disperato, ci dice a noi: “Tagliatemelo, tagliatemelo”. Ma noialtri non ci abbiamo il coraggio. Anche perché quello, a noi, ce ne dice di tutti i colori. No il Gianni, il pisello. Il Gianni dice “Fatelo stare zitto, fatelo stare zitto!” ma quello continua, parla, parla.

    Dopo l’Ignezione, il Gianni stava bene, trombava regolare, ovvero una volta al mese, la domenica, e ci diceva che ci invidiava perché noi già trombavamo un sacco di più. Una notte che il Gianni stava russando come un cinghiale, che io l’ho sentito un cinghiale che russa e faceva proprio come il Gianni, ci succede che sente una voce: “Oh, sveglia, spaccamaroni!” Il Gianni che è duro a svegliarsi, manco colla tempesta, manco con le campane, le bombe, i mortaretti e i trik e trak, stavolta è zompato subito sul letto. ”Sveglia che la trebbiatrice fa meno casino di te!” ci dice la voce. ”Chi ci sta?” dice il Gianni. “Sono me, il pisello!” ”Il pisello? Che pisello?” ”Il tuo pisello, testa di rapa!” ”Che pisello? Il mio pisello a me non mi parla mica! Chi sei, dove stai, che vuoi da me?” ”E mo ti parla, a te, il pisello! Che ti credevi che non si succedeva niente a fare lo Sperimento di Scognamiglio? Calati le brache, melone marcio!” Il Gianni si cala le brache e che ti trova? Il pisello! Tutto dritto e gonfio da fare paura, come quando che lo infilò nel buco dell’albero per fare finta che si faceva una femmina e nel buco ci stavano le vespe. ”Hai visto che sono me che ti parlo?” gli dice il pisello, e il buco della piscia si muoveva come una bocca. ”Questa è opera del demonio!” fa il Gianni, che si stava cagando sotto dalla fifa. ”Ma che opera del demonio! Di Scognamiglio, mica del demonio! Se te non ci credi vai dal dottore e chiedicelo!”

    E così noialtri lo portammo dal dottore, ma Scognamiglio ci disse:”Ma questo è un pisello che scoppia di salute! Parla ddirittura! Ci sono piselli che alle donne non ci dicono niente, questo ci fa i discorsi! Che cazzo volete da me, andate alle case vostre, che qua ci penso io.” Me non so se stavolta il dottore c’aveva ragione, fatto sta che il pisello di Gianni dice un sacco di minchiate e la notte non ci fa dormire. Però è furbo, il pisello, perché quando che vede una femmina lui ci fa il discorso e la femmina subito si fa trombare. Il Gianni non deve fare più niente, ci pensa il pisello.

    Ecco, quello che forse c’ha dei veri grattacapi è il Nico. Il Nico non c’ha mai avuto il problema di trombare con le femmine, tranne per il fatto che gli manca una palla, ma il Nico è uno furbo, quando una donna ci chiede perché, lui ci racconta che è una palla magica e se lei la lecca esce pure l’altra. Le femmine ci credono e lui tromba contento.

    Dopo lo Sperimento però, ogni volta che si ficca in una femmina, il Nico sparisce. Diventa piccolissimo, diventa grande quanto un pisello e si ficca tutto intero dentro la patata delle femmine e certe volte è un vero guaio per riacchiapparlo. L’ultima volta l’Oreste ha dovuto infilare il braccio nella femmina che si era trombato il Nico e quella strillava strillava come un oca, ma per fortuna alla fine l’Oreste l’ha trovato, al Nico.

    La cosa bella sono i racconti del Nico quando ritorna grande. Ci dice che ha visto un tunnel lunghissimo e degli strani animali, come delle anguille che corrono come una mandria impazzita verso una caverna, dove c’è una palla grandissima, e tutte le bestie ci battono il muso per romperla. Me, non lo so se ci credo. Sempre stato uno sparaballe, il Nico. Mo, sono tre mesi che il Nico si è infilato nella figlia del lattaio. Il dottore ci ha detto:”Boh, che ne so se ritorna. Forse gli piace a stare là. Che cazzo volete da me? Andate alle case vostre, che qua ci penso io.” Poi è sparito anche lui. Non nella figlia del lattaio, però, né in un'altra femmina. Forse è andato in città dall’Evaristo, chi lo sa.

    Noialtri qui alla fattoria stiamo bene. In paese ci dicono che siamo delle teste di rapa e che ci siamo fatti fottere da quell’imbroglione del dottor Scognamiglio, che a noi ci hanno usato come i topi di laboratorio e che non torneremo più il Gigi, il Nico, l’Oreste e il Gianni di prima de lo Sperimento.



    Ma è tutta invidia, perché noi ci abbiamo i superpoteri e trombiamo e loro no.
     
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