La fattoria quarta parte

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  1. Rosa Bulgari
     
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    LA SIGNORA DI ROMA


    Domenica mattina, sono le nove, io e Agostino siamo già in piedi,
    Loredana dorme ancora.., spoltroneggia nel letto, aspettiamo che
    giunga da Roma l’ospite atteso. Stò facendo colazione quando
    sento il rumore di una macchina, mi affaccio dalla finestra, e
    vedo una mercedes bianca accostare e su indicazione del fattore
    dirigersi lentamente nel retro dell’edificio, mi sposto sull’altra finestra per vedere. Scendano dall’auto un signore anziano e una
    donna più giovane, bionda, con minigonna e un borsone in mano.
    Il contadino li porta in un’altra stanza, non ci incontriamo, perché
    lei non vuole, ma dai vetri delle finestre, e facendo attenzione
    riesco a seguire la scena. Parlottano per un po’, poi Agostino esce
    e viene da me, nel frattempo è scesa anche mia moglie, solo con
    gli slip addosso, l’uomo ci dice che la signora non sa della nostra
    presenza in fattoria, e quindi non è il caso di fare la sua conoscen-
    za, a noi stà bene…., però ci assicura che ci farà assistere alla
    performance della donna. Ci dice di andare sul retro della stalla
    più grande, dietro una staccionata tutta sforacchiata, da dove si
    vede da vicino tutto quello che c’è da vedere, Loredana mette
    una mantellina addosso e andiamo sul posto senza essere visti.
    Ci appostiamo tranquilli e aspettiamo, mi sono portato la mia fe-
    dele telecamera, di nascosto per riprendere qualcosa di interessante. Arriva la donna con Agostino, senza il marito, rimasto, da solo, ma sicuramente piazzato in un’altra postazio-
    ne per vedere la propria moglie, s’è cambiata, non ha più la
    minigonna, un cappottino leggero addosso la copre per intero.
    Arrivano nella stalla, e si fermano a pochi passi da un magnifi-
    co stallone nero, che incurante, continua a mangiare il fieno, lei
    si toglie il cappotto, è in collant, a rete, quelli aperti nell’inguine
    non ha tacco, scarpette da tennis, reggiseno nero, dal quale debordano due grosse tette, con capezzoli rosa scuro, su mam-
    melle bianche latte. Avrà sui quaranta anni, non ha un bel fisico,
    robustella, alta più di Loredana, ma meno attraente, con un bel
    culo tondo, pieno.., le natiche strette, formano una lunga linea
    con le cosce chiuse, pochi peli biondi sul pube.
    Si avvicina allo stallone, e lo carezza sulla criniera, l’animale
    la guarda e continua a mangiucchiare, non la rifiuta, la conosce
    accetta le carezze, la mano della donna scivola sul dorso, lo massaggia dolcemente grattandolo con le unghie, molto gradito
    dal cavallo. L’animale è libero, è solo legato alla mangiatoia, la
    signora si china, mostrandoci la passerina con le labbra chiuse,
    il buchetto del culo non si vede perché coperto dalle chiappe troppe strette, accarezza e gratta sotto la pancia del cavallo..,
    sa come fare, è pratica, lo stà preparando.
    Non tocca l’uccello dell’animale, si alza e poggia il florido seno
    sulla chiappa del cavallo, continuando a carezzarlo con le mani,
    Agostino è poco distante, pronto ad intervenire se c’è né bisogno.
    Ora il seno è premuto sul culo del cavallo, sembra che volesse
    incularlo con il capezzolo, l’animale reagisce bene, gradisce e si
    vede.., il suo cazzo comincia a srotolarsi sotto la pancia, intanto
    lei alza la lunga coda della bestia e…, inaudito…, bacia sul buco
    del culo dell’animale, la lingua saetta sullo sfintere, una mano si
    insinua tra le cosce e carezza delicatamente i coglioni. Io e mia
    moglie ci guardiamo increduli, di come la signora da sola, senza
    “assistenza” sia capace di portare il cavallo all’eccitazione come
    se si trattasse di un umano. Continua il petting della donna sul-
    l’animale, continuando a leccargli il culo, la sua mano si fa più
    decisa, “maneggia” con vera abilità il cazzo del cavallo, lo aiuta
    a srotolarsi…, e a prendere la reale consistenza. Ora, si china di
    nuovo, da dietro, gli bacia i coglioni, senza tralasciare la manipo-
    lazione.., il collant che indossa, si è aperto di più, la sua fica è
    eccitata.., le labbra si schiudono…, si passa un dito sul clitoride,
    si allarga la “fessurina”, introduce alcune dita nella vagina…,
    poi, insinua un dito tra le chiappe.., accarezzandosi il buchetto
    del culo, che vediamo.., di netto…! Un suo dito “scivola” nel-
    l’ano.., si incula in profondità.., poi smette e afferra il grosso
    cazzo con ambedue le mani.., che intanto ha raggiunto dimensio-
    ni “micidiali” per una donna.., si sposta sotto il ventre della bes-
    tia, e glielo bacia.., prima con colpetti di lingua sia sulla mostruo-
    sa cappella che attorno.., poi decisa tenta l’affondo in bocca.
    Il cazzo dello stallone.., è un gigante…, impressionante, nero
    con alcune chiazze chiare sul “corpo”, minaccioso e svettante..,
    più lungo di quello dell’asino, (assaggiato da mia mogli), soprat-
    tutto grosso.., veramente grosso in circonferenza…, più sottile
    alla punta, ma progressivamente audace verso le palle.., più
    grosso del mio polso compreso la mano…! Mia moglie mi guar-
    da intimorita, e mi dice: è troppo grosso sono curiosa di vedere
    se riuscirà a farsi fottere…! Aspettiamo e vediamo, intanto le
    tocco la fica e noto che s’è bagnata la mutandina.., anche lei si
    stà eccitando.., le sposto il bordo dello slip su di un lato.., e ini-
    zio a masturbarla.., lei si rilassa e mi apre le labbra per farsi
    introdurre qualche dito in fica..! Anche lei mi tocca l’uccello,
    così mentre ci meniamo i rispettivi sessi.., la signora di Roma,
    passa alle fasi successive…! E’ riuscita a prenderlo in bocca..,
    almeno la capocchia.., con le mani strofina il lungo corpo del
    cazzo fino ai coglioni.., il cavallo nitrisce e si muove.., lei da
    sotto non si scompone e segue i movimenti della bestia.
    Ho messo tre dita nella fica di mia moglie.., e c’è ne entrereb-
    bero.., di più immagino…, le tiro fuori e me le lecco.., assopo-
    rando gli umori aspringni della vagina…, la troia romana, si
    stà preparando la fica per l’introduzione.., con le dita, pur non
    mollando il cazzo dalla bocca, si allarga la fessura.., e con la
    mano a cuneo.., si penetra da sola….!
    Si alza di nuovo in piedi, pur restando con il bacino e le gam-
    be sotto il cavallo si sposta con la testa su di un lato, per stare diritta e ferma sulle gambe, il mostruoso cazzo è condotto “amo-
    revolmente” tra le sue cosce.., che in proporzione con le sue…,
    mi sembra davvero una terza “gamba”. Se lo struscia a lungo
    tra le cosce..,facendosi trapassare da un lato all’altro del corpo,
    sembra ad un certo punto che la forza della bestia e del suo
    enorme cazzo, sollevassero la donna dal suolo, ma la grossa capocchia picchietta sulla fica.., che sembra pronta a.., a rice-
    verla. Loredana, mi ha tirato il cazzo fuori dai pantaloni, e guar-
    dandomi negli occhi, benché duro e eretto, non mi rispiarma il
    raffronto con l’animale, ma io non sono un cavallo.., perciò deve
    accontentarsi.., si siede sul mio bacino, con il cazzo tra le nati-
    che.., mentre continuo a masturbarle la fica, e a guardare la sce-
    na che ci è davanti. Il puttanone…., c’è l’ha in pugno…, l’ani-
    le.., nel senso che oltre a non temerlo ne asseconda virtualmente
    i movimenti e le intemperanze…, senza mollare il cazzone.., alza
    una gamba e spingendosi la cappella sulla fica., riesce a farsela pe-
    netrare.., oddio…, cazzo…., esclama mia moglie.,, l’ha preso…!
    La donna abbassa la gamba che aveva alzata per farsi penetrare
    agevolmente, stringe ambedue le coscie, tenendo “prigioniero”
    l’uccellone in fica.., butta la testa all’indietro con i capelli biondi
    cascanti.., si tocca le mammelle con tutte e due le mani…, si striz-
    za i capezzoli con forza…, li preme.., ed esce un po’ di liquido..,
    non latte.., ma nettare…, e si nettare del piacere…!
    Lo stallone è impaziente.., ancheggia.., come se volesse scopare,
    ma il suo cazzone per il momento è immobilizzato dalla fica del-
    la “padrona”, da come si mostra la donna è in preda all’orgasmo,
    stà godendo di brutto.., si lascia andare…! Si appoggia con la
    schiena alla mangiatoia, allarga le cosce al massimo, lo stallone
    la cerca e tenta di prenderla…, lei ci stà…, e si fa penetrare più
    in profondità..! Il maestoso cazzo del cavallo penetra abbondan-
    temente nella vagina della donna.., la apre a dismisura.., si fa
    spazio.., nel suo corpo.., il suo viso coperto dal torace della bes-
    tia, ma la sua fica piena.., colma di cazzo è ben visibile.!
    Il cavallo pompa animalescamente.., la sfonda in profondità,
    ma lei non si lamenta.., sopporta la brutale penetrazione., le sue
    mani sul ventre per massaggiare i muscoli ad accogliere senza
    danno l’enorme pezzo di carne.., credo.., ben trenta centimetri
    del cazzo del cavallo albergassero nella sua fica..! Dilatata allo
    estremo.., non opponeva resistenza.., tutto quello che c’entrava
    era già nel suo ventre, la bestia intanto menava colpi.., micidiali
    la prendeva come una giumenta in calore.., ma era la donna che
    decideva…! Infatti sebbene sotto piacere permanente.., la signo-
    ra trovò la forza di divincolarsi di sotto, non per sottrarsi all’am-
    plesso, ma per girarsi.., siii.., sissignore offrire alla bestia le sue
    terga posteriori.., mentre il cavallo non le dava tregua, si posizio-
    nò alla pecorina.., con le mani bene aggrappate alla mangiatoia,
    a novanta gradi, cosce spalancate. Lei stessa si introdusse il caz-
    zone nella fica.., e ad ogni colpo di reni del cavallo sbatteva con forza con la testa contro il muretto.., poiché la potenza dell’ani-
    male era evidente..! Esperta e conoscitrice, senz’altro del cavallo
    che la stava montando, s’accorse che stava pronto alla eiaculazio-
    ne, perciò ancora una volta si sottrasse con un colpo di reni alla
    presa della bestia, si fece scivolare la lunga nerchia sul culo e tra
    le cosce, per poi indirizzarla nel solco delle natiche.
    Dissi a mia moglie..: vuoi vedere che si fa fare pure il culo?
    Non ci posso credere, mi rispose.., intanto con la mano armeg-
    giava con il mio cazzo posizionandolo vicino al buco del suo
    culo, premette e si inculò da sola.., con mia grande soddisfazione,
    seduta sul mio cazzo tutto dentro il suo culo.., fino alle palle..,con-
    tinuò ad osservare la donna. La signora col culo all’aria si dime-
    nava cercando la posizione migliore, ma quando riuscì a tener
    fermo il cazzo del cavallo sul suo buco del culo si fermò ed atte-
    se, i colpi violenti dell’animale anziché permettere l’introduzio-
    ne.., avevano l’effetto di scaraventarla in avanti contro la mangia-
    toia. Mia moglie.., lo dicevo.., non può entrarci.., sic.., è troppo
    grosso…! Intanto mi stringeva lo sfintere sul collo del cazzo
    facendomi male.., ma lei non se ne preoccupava.
    Il buco del culo della signora non era ancora pronto al gigantes-
    co ingresso., ma capii che tutte quelle botte servissero a dilatarlo gradualmente fino alla botta finale…! E’ un grido.., sii.., un grido
    vero e proprio della donna ci fece capire che “era fatta”…, il viso
    della donna poggiato con la guancia sul bordo del muretto soffe-
    rente e addolorato inequivocabilmente dimostrava che il dolore
    doveva essere forte..! Puttanaaa.., troia.., sozza.., esclamò mia
    moglie.., s’è fatta inculà…., dal cavallo, incredula.., e dimentica che pure lei avesse un cazzo in culo, sfogava la sua rabbia sulla
    altra donna, forse era pura invidia…! Intanto la sofferenza per
    la signora non accennava a diminuire.., in balia dell’animale che
    la stava sodomizzando, peraltro Agostino non interveniva, segno
    che era sopportabile. La donna rassegnata, ma decisa ad essere
    fottuta.., in culo s’era distesa sia con il viso che con le braccia
    sul provvidenziale muretto della mangiatoia, facendosi “fare”
    senza scostarsi o opporre resistenza, tenendo bene il culo alla
    portata del cazzo dello stallone. Io e mia moglie non vedevamo
    l’uccello nel culo della donna, perché coperto dalle terga della bestia, la sua fica si.., aperta oscenamente e sbrodolante di umo-
    ri vaginali, quando in un furore erotico crescendo del cavallo,
    questi nitrendo si alzò con le zampe anteriori poggiando gli
    zoccoli sul muretto accanto alle braccia della donna, vedemmo
    chiaramente tutto….!
    Le natiche bianche con striature di rosso (dovute sfregamenti)
    completamente aperte, con al cento un palo…, sissignore un
    palo di carne ben piantato nelle budelle, non me lo lasciai sfug-
    gire e nonostante mi stessi inculando mia moglie riuscii a fare
    delle buone riprese alla donna. Io e Loredana non ci rendevamo
    conto quanto cazzo avesse in culo la donna.., perché l’animale,
    poverino si dimenava per istinto, e più randellava e più cazzo
    entrava nel culo.., roba da non credere, se non fossimo realmen-
    te presenti. Quando la parte posteriore dell’uccello, la più consis-
    tente, fece il suo ingresso nell’ano, spostando ai lati le strette
    natiche.., capimmo che la brava donna s’era digerita almeno
    trentacinque centimetri di cazzo.., e notammo.., rabbrividiti..,
    che rivoletti di sangue fresco colavano dallo sfintere martoriato.
    Lei la gran puttana.., sottomessa non reagiva, le labbra tra i denti
    a mordersele, il seno e i capezzoli schiacciati sul duro davanzale del muretto, il peso dell’animale sulla schiena, un’eroina al
    rito sacrificale…, niente affatto…! La sua passera sgocciolava
    umori in continuazione, le tenere carni rosee della fica mostravano
    il pieno piacer.., godimento totale.., orgasmi multipli.., perciò
    non sentiva l’atroce dolore della lacerazione dell’ano. Il sangue
    scese dall’ano giù per il perineo, lambendo le grandi labbra della fica, fino all’attaccatura delle cosce…, forse chiunque altra donna
    si sarebbe sottratta alla presa…, chissà, ma lei sembrava gioire
    di tanta sofferenza. Mia moglie mi fece notare, che non si trattava di solo sofferenza.., ma di piacere ottenuto attraverso il dolore,
    come il parto.., si quando una donna partorisce soffre ma è con-
    tenta di esserlo, perché la gioia di un bambino che le esce da
    dentro di se, è superiore al dolore stesso, ma intanto il mio cazzo
    s’era afflosciato, ed era stato espulso dal culo di mia moglie.
    La signora di Roma, era immersa in una situazione di totale incoscienza, lo stallone la fracassava il culo.., ma che dico, la
    lacerava l’intestino, con tutta quella mostruosità dentro, e lei
    godeva di questo…, valle a capire le donne., compresa Lore-
    dana che era molto comprensiva. Mia moglie non tentò di rad-
    drizzarmi il cazzo spaurito dal sangue del culo della donna,
    anzi me lo ripose nel pantalone, non sapendone forse, che farsene,
    io mi concentrai a filmare la imminente sborrata del cavallo nel
    culo della donna, e per un attimo, ho pensato che mi sarebbe pia-
    ciuto che fosse mia moglie sotto il cavallo a prenderlo nel culo,
    ebbi la sensazione di essere letto nel pensiero da Loredana.
    Un nitrito più lungo misto a gemiti, della roba bianca che usciva
    dall’ano mischiandosi al sangue, che aveva colato fino al ginocchio, l’espressione del volto della signora in completa beatitudine, il quadro ultimo e completo del bestiale e immo-
    rale accoppiamento donna-animale. Lo stallone scaricò tutto
    il seme nel retto della donna, tirò istintivamente il cazzo fuori
    dal buco del culo, la proboscide penzolante continuava ad emet-
    tere liquidi, ammosciandosi e ritirandosi gradualmente, mentre
    la donna, immobile con gli occhi socchiusi, assaporava gli ef-
    fetti dell’”inondazione” subita. Oscenamente “aperta”, sembra-
    va di non avere più il culo.., ovvero le natiche avevano fatto spazio ad un mostruoso e irregolare, quando gigantesco buco,
    striato di sangue da dove colava abbondantemente, una grande quantità di sborra ancora “fumante”. L’animale tornò a mangiare
    il fieno, con il cazzo completamente avvolto nella sacca, la “grande” signora lordata dal culo alle caviglie di un misto di
    sborra sangue e sudore, si riprese alzandosi dritta, le natiche si
    socchiusero senza tuttavia celare il”danno” patito, il grosso buco,
    diventato una “fessura” con lo sfintere gonfio da impedire che
    le chiappe si richiudessero completamente. Sembrava soddisfat-
    ta, mascherava con noncuranza sia il dolore che certamente senti-
    va che l’umiliazione bestiale subita, le si avvicinò Agostino, tirò
    fuori dal borsone un pacco di falzoletti umidificati e profumati, si
    tolse il collant fradicio e inzuppato e con l’aiuto dell’uomo si puli sia il culo, la fica e le cosce, poi si chinò a terra e fece una lunga e
    copiosa pisciata, sotto gli occhi arrapati di Agostino. Si rivesti con
    calma, cambiò il reggiseno con uno di taglia più grande, adatto
    al suo florido seno, infilò le mutande e la guaina, a metà chiappe,
    prese un falzoletto lo ripiegò in due e lo sistemò tra le natiche,
    sul buco del culo, ancora sanguinolento, tirò la mutanda e la
    guaina a sigillare il tutto, indossò la minigonna che le donava,
    molto, poi anziché completare la vestizione si calò davanti al
    contadino. Senza guardarlo in viso, gli tirò fuori dalla patta
    il corto ma duro cazzo, lo menò per un po, lo prese in bocca
    e tirò un pompino all’uomo senza prendere fiato, Agostino le
    mise le ruvide mani sulle guance, tenendola ferma la testa, e
    contemporaneamente la chiavò in bocca fino all’eiaculazione.
    La sborrò in gola, lei alzò gli occhi a fissare quelli dell’uomo,
    cacciò dalle labbra il robusto cazzo del fattore, e ingoiò lo sper-
    ma, con la lingua pulì il glande asportando le ultime gocce, e
    ingoiando anche quelle, sorrise all’uomo per l’onesto “lavoret-
    to” reso, completò indossando la camicia e senza salutare a
    testa bassa guardando a terra si avviò fuori dalla stalla, ove
    ad attenderla il marito salì in macchina per tornare a Roma. [email protected]
     
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