La mia esperienza con una coppia cuckold

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    Posto anche qui il mio racconto per chi non l'avesse letto altrove, sono 55 capitoli in tutto, un po' lunghetto :lol: :lol::lol: Buona lettura.

    Ciao a tutte/i, la storia che vi racconterò non è frutto di fantasia ma riporta la mia personale esperienza, purtroppo finita, con una coppia con lui cuckold, avvenuta parecchi anni fa ma ancora molto viva nella mia mente. Premetto che prima di condividere con voi la storia l’ho fatta leggere ai diretti interessati, con i quali sono ancora in contatto, ricevendo da loro il permesso di pubblicarla, se piacerà pubblicherò man mano tutto ciò che ancora oggi mi ricordo di questa favolosa esperienza, perdonate eventuali errori ma non sono uno scrittore professionista.
    Buona lettura


    Capitolo 1


    Tutto cominciò parecchi anni fa, ai tempi ero impiegato come magazziniere in un supermercato della città dove abito tutt’ora ed ero fidanzato con una bellissima ragazza che studiava all’università; lei era molto impegnata con lo studio e ci vedevamo quasi esclusivamente nei fine settimana, sempre se non aveva molto da studiare, io invece uscivo regolarmente tutte le sere con gli amici, di conseguenza avevo delle avventure occasionali che mi tenevano parecchio impegnato, aggiungerei per fortuna perché lei era sempre poco disponibile, oltre che non particolarmente abile a letto, però mi piaceva molto e la situazione mi stava bene.
    Una delle tante serate nelle quali ero solo con gli amici mi capitò di conoscere la coppia che sarebbe diventata la protagonista di un’esperienza davvero favolosa.
    Quella sera avevo fatto gli straordinari al lavoro, avevo finito alle 21, ero andato a casa e dopo cena feci una doccia, poi decisi di uscire ugualmente nonostante fossero già le 22,30 e la mattina seguente la sveglia mi avrebbe buttato giù dal letto alle 07,00. Non avevo voglia di stare in casa, era giugno e faceva già parecchio caldo, quindi decisi di andare al solito bar dove uscivo abitualmente e bermi una birra fresca con gli amici. Presi quindi la moto e raggiunsi velocemente il bar; c’era parecchia gente, le ventole sul soffitto del locale giravano vorticosamente per rinfrescare un po’ i clienti e le luci avevano uno strano effetto, quasi stroboscopico. Mi sedetti su uno sgabello davanti al bancone, salutai gli amici ed ordinai una birra fresca al mio amico barista, anche lui giovane e molto brillante con la gente. Fu lui che mi fece notare una coppia seduta ad un tavolino; lui un ometto sulla quarantina quasi calvo, cicciottello e vestito molto elegante, lei una donna sulla trentina, capelli lunghi neri legati da un coda di cavallo alta, carnagione chiara e con un viso bellissimo, fisico mozzafiato avvolto da un tubino nero molto elegante, dall’aspetto molto distinto. Mi sembravano fuori luogo in quel locale frequentato perlopiù da gente giovane e poco elegante, da quelle parti giacche e cravatte si vedevano solo prima dei matrimoni di amici, quando si passava al bar per bersi qualcosa prima di andare alla cerimonia, insomma non passavano inosservati, soprattutto lei.
    Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, si girò un paio di volte verso di me ed in nostri sguardi si incrociarono, non cambiai obiettivo, lei invece girò la testa altrove entrambe le volte, il barista mi parlava ma ero molto concentrato su di lei, infatti disse a gran voce:
    - “Ragazzi Gianluca è di punta, piantala di fissare la tipa non vedi che è occupata? Poi una donna come quella vuole il cazzo aristocratico, tu sei un poveraccio non te la darebbe mai!!!”.
    Tutti i miei amici ridevano e la cosa mi fece desistere, una donna come lei effettivamente era fuori dalla mia portata, mi convinsi quindi che non era il caso di continuare e ridendo pure io dissi:
    - “Vai a cagare e seguitelo tutti voi, non si può guardare una donna che subito pensate che la vorrei scopare, poi lo sapete che sono fidanzato ufficialmente e sono una persona fedele!”.
    Le risate furono ancora superiori a quelle di prima, tutti mi davano del puttaniere e del traditore, in fin dei conti non avevano tutti i torti, avevo 21 anni ed ero molto superficiale, soprattutto sul sesso e la fedeltà, aiutato dal fatto che ero un bel ragazzo, con un bel fisico, giocavo a calcio in una squadretta dilettantistica della mia città, non ero titolare fisso solo per il fatto che conducevo una vita sregolata e sul campo non rendevo come avrei potuto, il mio allenatore me lo ripeteva continuamente. Il fatto di far parte della squadra mi procurava parecchie opportunità con le ragazze che ci seguivano, il solito stuolo di troiette che si offrono volentieri come premio per le vittorie, insomma non vorrei peccare di modestia ma piacevo parecchio alle ragazze ed anche a donne più mature.
    Ad un certo punto una ragazza della compagnia disse una cosa che fece scattare la scintilla alla signora elegante, lo seppi tempo dopo parlandone con lei su come si fosse decisa a farsi avanti:
    - “Povera Roberta (il nome della mia ragazza), innamorata persa di uno stronzo, se solo sapesse la metà delle cose che sospetta ti avrebbe già mollato da tempo, però ti vuole troppo bene e non vuole vedere la realtŔ.
    Le risate continuavano sempre più forti ed i commenti sempre più pesanti, ero un po’ imbarazzato ed istintivamente mi girai verso la signora, notai che mi guardava senza distogliere lo sguardo, la guardai dritta negli occhi, lei sorrise ed alzò il bicchiere quasi a brindare alla mia salute, feci altrettanto con la bottiglia di birra che avevo in mano e continuai a ridere e scherzare con i miei amici.
    Poco dopo le acque si calmarono e tornò un minimo di tranquillità all’interno del locale, quindi tornai ad osservare la signora, adesso contraccambiava i miei sguardi e sorrisi, l’eccitazione saliva ed il caldo era sempre più insopportabile. Mi alzai per andare in bagno, passai davanti al tavolino dove si trovavano la signora ed il suo accompagnatore, lui teneva gli occhi bassi e non sembrava interessato a cosa succedeva tra di noi. Un corridoio laterale al bancone del bar conduceva ai servizi ed in fondo c’era una porta che conduceva all’esterno in un vicolo dove c’era un cortiletto ed i cassonetti dell’immondizia, era sempre aperta durante l’apertura del locale, sovente c’era gente che si sfogava perché aveva bevuto troppo. Percorrendo il corridoio girai lo sguardo e vidi che lei si era alzata, dava l’impressione che mi stesse seguendo, arrivato in fondo, invece di andare in bagno, decisi di capire se lei si fosse alzata per seguire me oppure semplicemente per andare in bagno. Il cuore mi batteva forte in gola, quella donna mi piaceva, la vedevo come una preda al di fuori della mia portata e proprio per quello la volevo. Arrivato alla porta che conduceva sul vicolo la aprii, mi girai verso di lei ed uscii, dissi tra me e me “O la va, o la spacca!!!”. Uscito nel vicolo mi appoggiai al muro ed aspettai trepidante, la porta non si apriva e le mie speranze sembravano svanite, ero già pronto a rientrare quando finalmente si materializzò come una visone davanti ai miei occhi: adesso la potevo vedere bene, era alta quasi come me (io sono alto 1,85 mt.), aiutata da due tacchi vertiginosi, aveva un corpo da sballo con due tette favolose, grosse per un fisico così snello, al primo sguardo avevo valutato una terza, gli occhi erano di un azzurro intenso ed il viso angelico faceva da ciliegina sulla torta su una donna di una bellezza quasi imbarazzante, poi la coda di cavallo alta mi ha sempre colpito in una donna, anche adesso quando ne vedo una con tale acconciatura non posso fare a meno di girarmi e guardare compiaciuto. Scese i quattro scalini per raggiungermi con una sensualità sconvolgente, sembrava sfilasse per come ondeggiava il corpo, mi sorrise quasi imbarazzata e mi disse:
    - “Ciao”;
    - “Ciao” - risposi io intimidito, seguirono alcuni secondi di silenzio assoluto, l’unico rumore proveniva dall’interno del locale. Bisognava rompere il ghiaccio ed ero stranamente svuotato da ogni iniziativa che solitamente mi contraddistingueva, mai avevo provato un tale imbarazzo, di solito ero molto spigliato, a volte sfrontato con le donne, con lei mi trovavo in enorme difficoltà, non sapevo cosa dire, la cosa era inusuale per me quindi mi uscì di botto una frase a caso:
    - “Perché mi hai seguito? Posso esserti utile?” - pensavo di avere detto una cagata colossale ed essermi giocato la mia chance, invece mi rispose:
    - “Dipende, io cerco divertimento, tu sei in grado darmi quello che voglio?” - la risposta mi spiazzò completamente, ero nella situazione dell’alunno interrogato dalla maestra che non sapeva cosa rispondere.
    Si avvicinò, mi spinse contro il muro, mi guardò negli occhi e mi diede un bacio sulla bocca, leggero, senza lingua, poi si allontanò, sorrise e disse:
    - “Mi spiego meglio?” - feci segno di sì con la testa, restando muto come un pesce e con il cazzo che mi esplodeva nei pantaloni - “Siamo tra adulti quindi sarò diretta e concisa con te, io cerco sesso, senza coinvolgimento di nessun tipo, ne ora ne mai, chiaro?”.
    Mi sembrava di essere in un film porno e credevo di essere vittima di uno scherzo, quindi le chiesi:
    - “Stai scherzando vero? Sei d’accordo con qualcuno dei miei amici e mi state prendendo per il culo, ammettilo!”;
    - “Senti, io non sono nemmeno di queste parti, non conosco nessuno dei tuoi amici, non sto scherzando, mi piaci e cerco sesso, semplice, se ti sta bene ne parleremo meglio, altrimenti ti saluto!;
    - “Ok, parliamone meglio, ma il tuo uomo, quello che ti accompagna chi è?”;
    - “E' mio marito, ma adesso non c’entra niente, il discorso è tra me e te, di lui non ti devi preoccupare, quello che voglio capire è se sei interessato alla cosa, poi ti spiego tutto.”;
    - “Come potrebbe non interessarmi fare sesso con una donna come te, mi sorprende che sia tu a propormi la cosa, di solito sono io che imposto certi discorsi, non viceversa, credo che tu possa capire la mia perplessità!”;
    - “Certo, adesso ti spiego tutto: io e mio marito ci amiamo, ha sempre avuto il desiderio di vedermi fare sesso con un altro uomo davanti ai suoi occhi, lui non partecipa, guarda solo, io all’inizio ero titubante ma per assecondarlo sono entrata nel gioco, adesso eccita molto anche me, quindi sono alla ricerca di un bel ragazzo come te che partecipi al nostro gioco, se hai domande da fare falle pure, io sono qui.”;
    - “Quindi se ho ben capito voi uscite e cercate ogni volta un ragazzo che piace a te, lo convincete ad entrare nel gioco e poi tu fai sesso con lui davanti a tuo marito, permettimi ma sono molto sorpreso, ho bisogno di capire meglio.”;
    - “No, noi non cerchiamo partner occasionali, noi cerchiamo una persona che sia sempre la stessa, fino a poco tempo fa c’era un ragazzo con il quale ho fatto sesso per un anno, solo con lui, adesso si sposa e ne cerchiamo un altro che sia disponibile a sostituirlo, voglio capire se tu sei il ragazzo giusto oppure no, capisco il tuo scetticismo ma le cose funzionano così. Naturalmente non è detto che tu abbia le caratteristiche giuste per noi, ma questo si vedrà con il tempo.”;
    Visto che quella che sto raccontando non è la trama di un film porno, dovete capire che trovarsi in una situazione del genere non è una cosa che capita tutti i giorni; in un film hard a quest’ora il protagonista avrebbe scopato la signora vogliosa già tre volte, la realtà invece è un’altra, una proposta del genere ti spiazza, prima pensi ad uno scherzo, poi temi di cadere in una trappola con persone poco raccomandabili, insomma i dubbi sono tanti e solo chi si è trovato nella mia stessa situazione, inaspettatamente oltretutto, può capire fino in fondo tutti i miei dubbi. Quindi risposi alla signora:
    - “Devo pensarci, scusa ma ho bisogno di valutare e capire la proposta, credo tu capisca.”;
    - “Certo che capisco, non è mia intenzione scopare stasera e sono imbarazzata come te a parlarti di questa cosa, prenditi il tempo che vuoi e poi fammi sapere se vuoi approfondire il discorso.”;
    - “Ok, ma come faccio a contattarti per farti sapere? Mi dai il tuo numero?”;
    - “Per te non esisto, ricordatelo, sarò io a contattarti, diciamo tra una settimana, ok? Ah comunque piacere Simona” - si avvicinò, sorrise e tese la mano per stringermela;
    - “Ok allora piacere Gianluca” - si avvicinò e mi baciò nuovamente, stavolta fu più appassionato il bacio, mise la lingua all’interno della mia bocca e limonammo dolcemente, poi si girò, mi sorrise nuovamente , chiuse la porta senza più girarsi e scomparve.
    Rimasi li fuori per alcuni minuti, non volevo che ci vedessero rientrare insieme, quando tornai dagli amici loro non erano più nel locale. Arrivato a casa non riuscivo a prendere sonno, l’incontro era stato troppo eccitante e strano per me, quella sera mi masturbai a letto come non facevo da tempo; mi sembrava di essere tornato bambino quando mi segavo quasi tutte le sere davanti ai giornaletti porno che mi passavano gli amici, solo che davanti ai miei occhi avevo Simona, venni molto velocemente ed in maniera abbondante, non oso immaginare quanto potessi durare se mai avessi avuto un rapporto sessuale con lei, avrei fatto una figuraccia meschina.
    I giorni passavano lentamente, i miei pensieri erano perennemente rivolti a Simona ed alla proposta indecente che mi aveva fatto, come potevo prendere una decisione davanti ad una cosa del genere? Da un lato la cosa mi eccitava, scoparsi una donna così sarebbe stato bellissimo, però davanti al marito era una cosa davvero imbarazzante, immaginavo lui che si masturbava mentre scopavo sua moglie e se per caso allungava una mano ed era bisex cosa avrei dovuto fare? In quel caso credo che lo avrei riempito di botte.
    Poi immaginavo di essere troppo imbarazzato che nemmeno mi venisse duro, oppure che fossi venuto subito, insomma prendere una decisione vi assicuro che non era semplice, ripeto che non era un film porno ma la realtà.
    Il sabato seguente io e la mia ragazza uscimmo, era particolarmente raggiante perché aveva superato brillantemente un esame difficilissimo, era bellissima quella sera. Indossava un paio di jeans molto aderenti che le fasciavano il suo meraviglioso culetto, aveva una camicetta rossa legata in vita che faceva intravvedere la sua pancia definita, era una sportiva anche lei, giocava a pallavolo sovente con le amiche e si allenava regolarmente, ero andato a prenderla in moto sotto casa e quando la vidi le dissi:
    - “Cazzo Roberta sei bellissima, come faccio a non saltarti addosso immediatamente?”.
    Mi baciò appassionatamente, poi girò lo sguardo preoccupata verso la finestra di casa sua, temendo che i suoi genitori ci stessero guardando e disse:
    - “Non sicuramente qui sotto, pazienta un po’, lo farai più tardi”.
    Eravamo diretti ad una piazzetta dove avevamo appuntamento con gli altri amici, da lì avremmo deciso dove continuare la serata, non potevo rientrare troppo tardi perché il giorno dopo avevo una partita con la mia squadra di calcio. Durante il tragitto andavo piano in maniera da poter parlare con lei:
    - “Stasera sei uno spettacolo, non credo di poter arrivare alla fine della serata senza fare sesso con te, cosa dici se facciamo un salto alla tana?”. La tana era un appartamento di un amico, sovente lontano da casa per lavoro e per alcuni mesi, tornava periodicamente in città, aveva lasciato le chiavi a me ed ad un paio di amici, lo usavamo per dare delle festicciole, oppure per scopare in tranquillità con le rispettive ragazze, in cambio lo tenevamo pulito ed in ordine. Mi rispose che eravamo in anticipo e che andava bene, oltretutto aveva voglia di festeggiare per il bel voto che aveva preso, quindi ci andammo. Per far capire che l’appartamento era occupato eravamo soliti lasciare la luce accesa nel corridoio che dava sulla strada, era il segnale per gli altri che non potevano usufruirne.
    Appena entrati in casa Roberta mi spinse contro la parete del corridoio e mi baciò appassionatamente, la scena mi riportò alla mente il bacio con Simona nel vicolo, il cazzo mi scoppiava nei pantaloni, mi tolse la maglietta e cominciò a baciarmi il petto, poi si abbassò, mi slacciò i pantaloni e li abbassò, tirò fuori il cazzo e cominciò un pompino insolito per lei, era davvero strana tanta foga, come avevo già detto non era solitamente così scatenata, la cosa mi fece molto piacere, appoggiai la mano destra sulla sua testa e glielo feci prendere tutto in gola, la feci quasi vomitare, il cazzo era pieno della sua saliva, lo tirò fuori e mi chiese di fare piano, così glielo avrei fatto andare di traverso, poi lo riprese in bocca e se lo infilò tutto in gola, facendoselo quasi andare nuovamente di traverso. Aveva le lacrime agli occhi ma continuava a spingerlo in gola fino ad arrivare in fondo, comportamento davvero strano per lei, la cosa mi piaceva, avrei avuto voglia di venirle in bocca senza nemmeno scoparla, a volte si faceva sborrare in bocca, poi correva in bagno a sputarla, capitava comunque molto di rado, di solito le venivo sulla pancia o sul culo, prendeva la pillola ed usavamo raramente il preservativo. Ad un certo punto si alzò, mi prese per mano e mi accompagnò in camera da letto, si sedette sul letto ricominciando a succhiarmelo avidamente, era una furia e facevo fatica a non venire, intanto le slacciai la camicetta ed il reggiseno, le piccole ma tonde e sode tettine di Roberta erano uno spettacolo per gli occhi, i capezzoli erano inturgiditi, appena li strinsi tra le dita cominciò ad ansimare di piacere sul cazzo.
    Avevo bisogno di una pausa per non venire quindi la spinsi facendola coricare sul letto a pancia all’aria, le sfilai i jeans ed i sandali, cominciai a leccarle le gambe, portai i suoi bei piedini alla bocca leccandole le dita, sapevo che a lei piaceva, poi mi inginocchiai e piano piano arrivai alle cosce, la sua figa era bagnatissima, affondai con decisione la lingua al suo interno ed i suoi umori mi riempirono la bocca, ansimava tantissimo, altra cosa che le piaceva era farsela leccare a lungo, di solito si cominciava con un lungo “69” prima di arrivare a scopare, quella sera me lo aveva succhiato talmente a lungo e bene che il solo pensiero di farmelo prendere ancora in bocca me lo faceva scoppiare. Leccai a lungo la sua splendida fighetta, i suoi gemiti erano musica per le mie orecchie, leccai sovente anche il buco del culo, era un tabù per lei il rapporto anale, però quando glielo leccavo ed infilavo la lingua dentro ansimava più forte, inoltre si bagnava ancora di più, ma non si era mai convinta anche solo a provarci, al massimo le infilavo un dito mentre la scopavo a pecorina, ma subito si bloccava dicendomi di smetterla.
    Ad un certo punto venne, lo faceva capire quando raggiungeva l’orgasmo e quello era il segnale che voleva il cazzo, quella sera me lo disse proprio che lo voleva, non me lo feci ripetere, la girai a pecorina, puntai il cazzo e con decisione glielo infilai dentro fino in fondo, ansimò e la sua figa si bagnò tantissimo, cominciai a scoparla ad un ritmo deciso e senza soste, dalla sua figa un rigagnolo di umori colava delicatamente sulle sue cosce e diceva continuamente che le piaceva, che mi amava e che non dovevo fermami, era davvero scatenata quella sera.
    Ero al limite e l’aveva capito, quindi si sfilò il cazzo, si girò e mi spinse sul letto facendomi coricare pancia all’aria, poi mi fece segno di aspettarla ed uscì dalla camera, tornò pochi secondi dopo con una bottiglietta di succo di frutta in mano, le chiesi:
    - “Ma ti sembra il momento di berti un succo di frutta?”;
    - “Tu non ti preoccupare!” - appoggiò la bottiglietta sul comodino, si mise con la testa in mezzo alle mie gambe e cominciò a succhiarmelo con la stessa foga di prima, avevo intuito che voleva finire con un pompino e la lasciai fare volentieri, continuavo a non capire a cosa servisse il succo. Mi leccava l’asta e le palle, sapeva cosa mi piaceva e quella sera aveva fatto tutto per bene, la avvisai che stavo venendo ma non mi rispose nemmeno, continuando con un ritmo ancora più forte e deciso finché le venni in bocca, ne uscì tantissima ma non si scompose, continuava a succhiarlo guardandomi negli occhi con aria compiaciuta, infine lo sfilò, prese la bottiglietta di succo facendosene entrare un po’ in bocca e con fatica ingoiò tutto, sempre guardandomi negli occhi con uno sguardo molto sensuale, ero stupefatto e dissi:
    - “Oh mio Dio Roberta sei un sogno…” - sorridendo bevve ancora un po’ di succo e si riattaccò al cazzo continuando a ripulirlo dalle ultime gocce di sperma che ancora uscivano, sempre guardandomi negli occhi, la guardavo compiaciuto e soddisfatto, poi le dissi:
    - “Adesso mi devi spiegare come ti è venuta in mente la cosa del succo, semplicemente spettacolare quello che hai fatto!”;
    - “Secondo te solo i maschietti parlano di sesso tra di loro? Anche noi femminucce lo facciamo, una nostra amica comune lo fa regolarmente al suo ragazzo, la cosa mi ha ispirato ed ho voluto farti una sorpresa, spero ti sia piaciuta.”;
    - “Certo che mi è piaciuta, sei stata favolosa.”;
    - “Adesso però non prenderci l’abitudine, in fin dei conti una ragazza deve fare qualche sacrificio per mantenere vivo il rapporto con il proprio ragazzo se ci tiene davvero, io ci tengo parecchio a te, spero che la cosa sia così anche per te.”;
    - “Certo che ci tengo a te, che domande.” - restammo a letto abbracciati per un bel po’.
    La mia mente era confusa, avevo praticamente deciso di accettare la proposta di Simona ma questo gesto di Roberta e le sue parole rimisero tutto in discussione, mi sentivo davvero molto vicino a lei in questo momento e ripensando a tutte le volte che l’avevo tradita mi faceva sentire una merda, farlo poi regolarmente con Simona sarebbe stata proprio una vigliaccata, anzi probabilmente non avrei più avuto il coraggio di guardarla in faccia.

    Continua..

    Capitolo 2


    La mattina seguente andai al campo per la partita, la sera prima ero rientrato tardi e come al solito non mi sentivo molto in forma, per fortuna partivo dalla panchina, quindi sonnecchiavo sparando le solite quattro cazzate con i compagni di squadra in panchina come me. Guardando la gente che assisteva alla partita mi sembrò di scorgere la sagoma di Simona, mi alzai per capire se mi sbagliavo ma non ebbi conferma, però vidi Roberta con alcuni nostri amici che mi salutava e mi mandava baci, naturalmente contraccambiai. All’inizio del secondo tempo mi fecero entrare e mentre aspettavo di fare il mio ingresso in campo vidi nuovamente una donna dietro la recinzione del campo, ero di nuovo convinto che fosse Simona, cazzo avevo le visioni? Quella donna mi appariva in sogno quasi tutte le sere, adesso la vedevo pure ad occhi aperti?
    Comunque giocai il secondo tempo della partita e feci pure goal; l’esterno destro corse sulla fascia e crossò teso all’interno dell’area, io arrivai in anticipo sul difensore ed in scivolata trafissi il portiere, cazzo gran goal Gianluca!!! Era una semplice amichevole di fine stagione, però contro una squadra della stessa città con la quale non correva buon sangue, quindi festeggiamo parecchio negli spogliatoi e successivamente andammo in un bar per continuare a fare baldoria. Quando si festeggiava dopo una partita le ragazze non erano mai invitate, anzi era proprio vietato portarsele dietro, Roberta lo sapeva e quando uscimmo dal campo era già andata via. Andammo in un bar vicino al campo, mentre si rideva e scherzava alzai lo sguardo vedendo Simona entrare nel locale, mi guardò ed uscì immediatamente; il cuore mi batteva in gola, cosa avrei dovuto dirle? Era evidente che voleva che uscissi e le dicessi qual era la mia decisione. Salutai i compagni dicendo che avevo un impegno, pagai la birra e mi diressi alla porta con un nodo in gola, Simona mi aspettava all’angolo di una via, cominciai a camminare verso di lei che nel frattempo era sparita all’interno della stradina, quando svoltai l’angolo la vidi seduta sul cofano di una Golf nera ad aspettarmi; indossava un abitino chiaro leggero, molto corto e svolazzante, un paio di sandali legati sulla caviglia ed i capelli sempre raccolti con la famosa coda di cavallo che mi faceva ribollire il sangue nelle vene, avevo il cazzo già durissimo, tutti i miei ragionamenti su Roberta ed il nostro rapporto erano già dimenticati. Mi avvicinai, mi accolse con un sorriso smagliante, si tolse gli occhiali da sole, i suoi occhi azzurri alla luce del sole spiccavano ancora di più, la sua carnagione chiara quasi luccicava talmente era liscia e tonica, era bellissima, quasi disarmante.
    - “Non sapevo che fossi così bravo a giocare a calcio, i miei complimenti.”;
    - “Insomma, diciamo che è stata solo fortuna, quindi eri tu al campo? Pensavo di avere avuto una visione, invece la sto avendo adesso, sei bellissima Simona” - sorrise, si mise la bacchetta degli occhiali tra i denti e disse:
    - “Ma grazie, così mi fai arrossire però! Scusami se arrivo subito al sodo ma volevo sapere cosa dici della mia proposta.” - la domanda risuonò nelle mie orecchie come un tuono, come potevo non accettare di portarmi a letto una donna così? Roberta era bellissima e molto dolce, ma Simona era una dea, la donna che ognuno vorrebbe scoparsi almeno una volta nella vita, non esagero nel dire che era irresistibile per qualsiasi uomo eterosessuale sulla faccia della terra, anche per chi ha dei sani princìpi, figuriamoci per un ragazzo di 21 anni affamato di figa come ero io.
    - “Diciamo che vorrei provare a vedere se sono il ragazzo che cerchi, però ho anch’io delle condizioni sulle quali non accetto compromessi!”,
    - “Dimmi quali sarebbero e ti dico se mi stanno bene.”;
    - “Tuo marito può guardare ma non accetto che allunghi una mano su di me, se anche solo mi sfiora lo riempio di botte, chiaro?” - scoppiò a ridere e rispose:
    - “Tranquillo, mio marito è eterosessuale convintissimo, non si sognerebbe mai di allungare una mano su di te, te lo garantisco, inoltre, come ti avevo già accennato, lui non parteciperà mai, si limiterà a guardare, non si masturberà nemmeno a meno che non sia io ad autorizzarlo.”;
    - “Ok, questa condizione era tassativa per me. Come ci accorderemo per incontrarci?”;
    - “Facciamo così, se ti sta bene ci vediamo mercoledì sera in un locale di un paese qui vicino, lo conosci lo “S”? - Nome del locale abbreviato, era una specie di pub dove si faceva del karaoke e c’era una saletta dove si poteva parlare tranquillamente, conoscevo il posto ed approvavo la scelta, nessuno della mia compagnia lo frequentava spesso, il mercoledì sera poi era praticamente impossibile trovare qualcuno che mi conoscesse;
    - “Ok a che ora?;
    - “Facciamo per le 22 ok? Ti devo però chiedere una cosa importante, dovresti andare domani sera da questo medico, dire che ti manda Simona, ti farà un piccolo prelievo di sangue, è per la tua e nostra sicurezza, odio i preservativi e durante i nostri rapporti non te li farò quasi mai indossare, non vorrei prendermi qualcosa, questo vale anche per te, io li faccio regolarmente e se lo desideri ti darò i miei esiti, spero che tu lo capisca, forse è un po’ invasiva come richiesta ma è assolutamente necessario” - poi si avvicinò, mi diede un bacio sulla guancia e sussurrò - “Ti prego non dirmi di no!” - sinceramente tra i tanti dubbi che mi ero posto c’era anche la paura di prendermi qualche brutta malattia, se Simona scopava spesso con sconosciuti mi poteva trasmettere qualcosa, lei sosteneva di non scopare con tutti, ma come potevo fidarmi completamente? La sua domanda invece di preoccuparmi mi tolse un pensiero, quindi le risposi;
    - “Tranquilla, capisco e sinceramente rassicura anche me, poi come potrei negare qualcosa ad una donna come te.”;
    - “Lo sapevo che eri un ragazzo intelligente” - mi diede un bacio molto dolce, infilò la lingua nella mia bocca e limonammo per qualche secondo, la strinsi a me con decisone ed ebbi la sensazione che le fosse piaciuta la mia mossa, avevo il cazzo durissimo, glielo appoggiai, lei lo sentì sicuramente perché mi strinse forte, come a sentirlo meglio, poi si staccò, sorrise con aria molto sensuale e disse: “A mercoledì allora…” - si infilò gli occhiali, salì sull’auto e scomparve.
    I giorni successivi passarono in fretta, man mano che si avvicinava l’ora del nostro primo incontro però la tensione e l’eccitazione salivano contemporaneamente in maniera esponenziale, lasciandomi sempre più desideroso e curioso di sapere come sarebbe andata. Mercoledì arrivò, uscii dal lavoro alle 19,00, andai a casa e mi preparai a puntino: doccia accurata, barba fatta, vestiti puliti e profumato all’inverosimile mi diressi all’appuntamento, sempre con la mia fidata moto sotto il sedere. Arrivai sul posto con una buona mezz’ora di anticipo, entrai nel locale, all’interno c’era poca gente, mi sedetti al bancone del bar sorseggiando una birra in trepidante attesa.
    Verso le 22,10 circa arrivarono Simona e suo marito, lei mi venne subito incontro mentre lui si sedette ad un tavolino da solo, senza nemmeno girare lo sguardo verso di me. Era bellissima, indossava un vestito corto bianco aderente e molto scollato, le spalline legate dietro al collo e la schiena molto nuda, la generosa scollatura mostrava due tette spettacolari, non indossava il reggiseno, ai piedi un paio di scarpe bianche con il tacco altissimo, insomma una visione celestiale. Mi alzai e le andai incontro, mi diede un bacio sulla bocca e poi si sedette sullo sgabello a fianco a me, le dissi nuovamente:
    - “Benvenuta Simona, non vorrei essere ripetitivo ma sei bellissima”;
    - “Grazie e non ti preoccupare, mi fa piacere sentirmelo dire.”;
    - “Vogliamo sederci ad un tavolino? Mi sembri in difficoltà su questo sgabello.”;
    - “Molto volentieri Gianluca, mi sembrava di essere un pappagallo seduta su un trespolo.” - oltre ad essere bellissima era anche una persona affabile con la quale si poteva parlare tranquillamente, mi sentivo a mio agio nonostante si toccassero argomenti scottanti, ero molto curioso di sapere cosa si aspettasse da me, quindi cominciai il discorso, richiamando quello che mi aveva detto la prima sera che ci eravamo conosciuti.
    - “L’altra sera hai detto che non è certo che io abbia le caratteristiche giuste per voi, mi spieghi meglio quali sarebbero queste caratteristiche?”;
    - “Certo, la prima caratteristica è l’aspetto fisico e tu l’ha evidentemente superata, altrimenti non saremmo seduti a questo tavolo. La seconda caratteristica è la riservatezza, mio marito è una persona conosciuta, se si sapessero le sue abitudini sessuali una miriade di bigotti lo farebbero a fettine negli ambienti che frequenta per lavoro, ci rimetterebbe la sua professione, questo non deve succedere mai!” - su questo punto diventò molto seria, anche il tono di voce cambiò e sembrava molto autoritaria;
    - “Tranquilla, io sono del tipo: chi si fa li cazzi sua torna sano a casa sua!”;
    - “Davvero Gianluca, questo deve essere chiaro e limpido, mai ti dovrai permettere di parlare dei nostri eventuali incontri con nessuno, mi sembri un bravo ragazzo e credo che questo lo capisci anche tu. La terza caratteristica è il feeling che si creerà tra di noi, potresti anche essere molto dotato ma avere atteggiamenti o modi di fare a letto che non mi piacciono, ma questo avremo tempo e modo di scoprirlo, senza dimenticare la pulizia ed il rispetto, su queste cose non transigo.”;
    - “Cazzo Simona mi sembra di essere ad un colloquio di lavoro, comunque ho capito e ti prometto che rispetterò le regole, la mia unica regola è quella che ti ho accennato l’altra sera, ricordi?”;
    - “Tranquillo, ho raccontato a mio marito dell’altra sera e si è messo a ridere a crepapelle, ha detto che gli dispiace di essere passato per un ricchione.” - scoppiammo entrambi a ridere, istintivamente mi girai verso di lui e intuii che aveva capito di cosa stavamo parlando, mi sorrise e fece il gesto di alzare il bicchiere come per brindare, io risposi nello steso modo e tornai a parlare con Simona. Le cose stavano andando in un modo diverso da come mi aspettavo, non si era ancora arrivato al sodo ma il modo di fare di Simona aiutava e rendeva il tutto meno strano, anche se in realtà lo era parecchio.
    I discorsi proseguirono sul mio lavoro e sul calcio, poi ad un certo punto chiesi:
    - “Scusa la domanda ma sono curioso di sapere cosa ci prova di così eccitante tuo marito a vederti fare sesso con altri uomini, se sono troppo indiscreto puoi anche non rispondermi.”;
    - “Nessun problema, la tua è una curiosità legittima, d’altronde la maggior parte dei discorsi che abbiamo avuto finora non si fanno con chiunque, aiutano invece ad entrare in sintonia. Spiegartelo senza avere le stesse sensazioni che abbiamo noi è difficile; come ti ho accennato era un desiderio suo all’inizio, io ero del tuo stesso parere, non capivo, però sono sempre stata un’esibizionista e fare sesso è sempre stata una mia priorità nella vita, non posso farne a meno, sento fisicamente la necessità di farlo spessissimo, ho tradito tutti gli uomini con cui sono stata prima di lui per soddisfare le mie continue voglie di sesso, tutto questo mi ha aiutato ad accettare la sua proposta e con il passare del tempo rendere più intenso il rapporto con lui. Non devo trovare scuse per scopare con altri, lo posso fare senza sotterfugi, inoltre dopo averlo fatto con gli altri lo facciamo io e lui con una passione travolgente, difficile da capire ma è così, sei soddisfatto della risposta? - credo che il mio sguardo sorpreso l’avesse molto divertita, inoltre il rigonfiamento in mezzo alle mie gambe era imbarazzante e lo notò;
    - “Certo certo, il ragionamento non fa una grinza, però personalmente avessi una donna come te non la dividerei con nessuno al mondo.” - sorrise, mise una mano sulla mia guancia e disse:
    - “Come sei dolce Gianluca, viene voglia di baciarti” - si avvicinò e mi baciò con molta passione, avevo il sangue che mi ribolliva nelle vene ed il cazzo duro praticamente da quando l’avevo vista, la volevo adesso , non ce la facevo più, quindi le sussurrai:
    - “Simona ti voglio adesso, non resisto più!!!” - sorrise, abbassò lo guardo verso il mio rigonfiamento e disse:
    - “L’avevo notato tesoro, mi sa che bisogna fare qualcosa per il tuo problema, vieni con me.” - si alzò, mi prese per mano, fece un cenno a suo marito ed uscimmo dal locale da soli.

    Continua...
     
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    Capitolo 3


    Il parcheggio del locale era semi deserto e con una scarsa illuminazione, appena usciti mi spinse con la schiena contro il muro e ci baciammo nuovamente con molta passione, la strinsi forte a me facendole sentire quanto avessi il cazzo duro, appoggiai le mani sul suo sedere e la spinsi ancora più forte verso di me. Aveva due chiappe sode che sembravano di marmo, ormai le nostre lingue si intrecciavano una con l’altra con una foga esagerata, le baciai il collo e lei cominciò ad ansimare eccitata, le tirai fuori un seno, le presi in bocca il capezzolo che immediatamente si inturgidì, fece scivolare una mano sul mio cazzo e lo toccò, quasi a misurarne la lunghezza, partì dalle palle e tastò fino a dove arrivava, poi con il pollice e l’indice strinse forte la cappella tra le sue dita più volte. Ad un certo punto arrivò il marito, istintivamente smisi di baciarla, lei mi prese per la nuca e mi disse:
    “Chi ti ha detto di fermarti? Ti ho detto che lui per te non esiste.” - ricominciammo a baciarci e toccarci mentre lui restava immobile ad osservarci, la luce era poca ma il suo volto mi sembrava decisamente soddisfatto. Il mio imbarazzo comunque era sempre presente e cominciai a perdere passione, solo nei film porno tutto fila liscio e nessuno si fa problemi, oppure bisogna esserci portati, davanti a lui cominciavo a sentirmi a disagio, lei lo capì e gli disse con tono autoritario:
    - “Vai ad aspettarci in macchina, muoviti!” - lui abbassò la testa e si diresse verso l’auto, una Mercedes scura parcheggiata a due passi da dove eravamo noi, salì e rimase immobile al suo interno. Simona mi guardò e disse:
    - “Ti faccio una proposta, adesso noi ci sediamo sui sedili posteriori dell’auto e cerchiamo un posto tranquillo, i tuoi esami purtroppo non sono ancora arrivati, quindi stasera non potremo esagerare, però ti prometto che quello che farò ti piacerà molto, ti fidi?”;
    - “Ok mi fido.” - risposi completamente stravolto dalla sua sensualità. Salimmo in auto ed abbandonammo il parcheggio, nel frattempo cominciò a baciarmi con passione, io ero sempre un po’ intimidito dalla presenza del marito, lei lo capì e mi disse:
    - “Se la sua presenza ti infastidisce dimmelo e lui esce dall’auto, vero tesoro?” - il marito, guardandoci dallo specchietto retrovisore disse: “Assolutamente si Gianluca, tranquillo nessun problema!” - era la prima volta che mi parlava ed il suo tono di voce era molto rassicurante;
    - “Ok grazie, scusate ma per me è tutto nuovo gente, non è così facile.”;
    - “Tranquillo tesoro, lo capisco bene, ci siamo già passati altre volte, te l’ho detto, ci vuole tempo e pazienza, ti abituerai con calma alla sua presenza, alla fine manco ci farai caso, oppure ti ecciterà da matti farlo davanti a lui, almeno è quello che speriamo.” - immediatamente mi baciò nuovamente con estrema passione, mise la mano di nuovo sul mio cazzo che nel frattempo si era ammosciato, slacciò con un gesto deciso e sicuro prima la cintura e poi i bottoni dei miei jeans, si vedeva che la sua era una mano esperta, mi fece scendere il po’ gli slip (non sopporto i boxer, porto da sempre solo slip, molte donne li trovano meno sexy ma pazienza), mi tirò fuori il cazzo e cominciò a masturbarmi. Aiutato dal buio della strada e non sentendo lo sguardo di suo marito addosso il mio amichetto si mostrò in tutto il suo vigore, era tornato durissimo e scoppiava di voglia, smise di baciarmi, abbassò lo sguardo e nonostante la poca luce lo guardò soddisfatta stringendolo forte in mano, poi mi guardò dritto negli occhi e disse:
    - “Lo sapevo che avevi un cazzo così, però vai oltre le mie aspettative, i miei complimenti Gianluca” - credo di non avere mai provato tanto imbarazzo insieme ad altrettanta soddisfazione allo stesso tempo. Non mi era mai successo che una donna mi facesse un complimento così diretto sulle misure del mio cazzo, sentirselo dire poi da una come Simona era una gran bella soddisfazione, credo che lei sapesse benissimo che certi complimenti possono solo far piacere ad un uomo, quindi era un ottimo modo di gratificarmi ed aiutare a rilassarmi. Dall’altra parte sapere di avere suo marito che ascoltava tutto mi imbarazzò terribilmente.
    Ad un certo punto l’auto si fermò e la spense, era una stradina praticamente buia, l’unica luce era quella della luna che faceva solo intuire qualcosa di quello che avveniva all’interno. Continuavamo a baciarci, mi masturbava con foga, io le avevo messo le mani tra le tette facendole uscire dal vestito, ad un certo punto smise di masturbarmi, mi prese la mano, allargò le gambe e la mise sulla sua figa, era senza intimo e grondava come una fontana, mi spinse un dito nel taglio e mi disse:
    - “Lo vedi come sono ridotta? E’ tutta colpa tua.” - poi mi prese il dito e se lo mise in bocca succhiandolo e ripulendolo dagli umori con il quale si era intriso, rimise nuovamente il dito sulla sua figa e poi nuovamente in bocca, poi mi sussurrò: “Baciami.”;
    Ricominciammo a baciarci ed a masturbarci a vicenda, la sua figa era bagnatissima e caldissima, io cercavo sempre di capire se suo marito ci stesse guardando, lo vidi che ci osservava dallo specchietto retrovisore, non si era girato a guardarci ma la sua presenza la sentivo e mi infastidiva, Simona lo capì e quindi gli disse con tono deciso:
    - “Devi uscire!” - lui non fece una piega ed uscì immediatamente, vidi una sigaretta accendersi nel buio verso la parte anteriore dell’auto, mi sentivo più rilassato e mi chiese:
    - “Va meglio così?”;
    - “Decisamente!” - risposi soddisfatto.
    A questo punto si girò con la schiena verso di me, si slacciò le spalline del vestito legate al suo lungo e vellutato collo chiedendomi di darle una mano. La aiutai a sfilarsi il vestito che gettò sui sedili anteriori, non avendo intimo era già completamente nuda, mi sfilò i pantaloni e mi tolse la camicia, si abbassò, prese un preservativo dalla tasca laterale dell’auto, lo scartò e lo appoggiò sulla punta del mio cazzo che era al massimo della sua tensione, mi guardò e disse: “Io li odio questi cosi ma non ho ancora i tuoi esiti, porta pazienza.” - non le risposi nemmeno, mise la bocca sul mio cazzo e lo srotolò piano piano senza usare le mani, una mossa che avevo visto fare solo nei film porno, rischiai di venire immediatamente, quindi la spinsi via e l’aiutai a sedersi nuovamente sui sedili, intuì le mie difficolta e mi lasciò respirare. Cominciai a baciarla, leccavo i suoi seni palpandoglieli con forza, mi teneva la testa e la dirigeva dove più desiderava stringendomi i capelli, ero alla sua mercé, quella donna mi aveva in pugno ed io ero il suo giocattolo. Passai a baciarle la pancia, definita e liscia come la seta, ansimava e cominciava a sudare, passai a leccarle le cosce, poi l’interno coscia e mi avvicinai alla figa, si fermò e disse: “Cosa fai?” - in preda all’eccitazione non mi ero posto minimamente il problema di accertarmi sulla sua salute e replicai: “Sei sana come un pesce Simona, capisco che tu voglia accertarti che io sia sano, ma non posso non leccartela.” - senza aggiungere altro cominciai a leccarle la figa con estrema passione. Era bagnatissima, completamente rasata e liscia come la seta, calda e profumata come una rosa, appoggiò una mano sulla mia testa e gridò: “Oh siiiiiiiiii!!!” - non la immaginavo così rumorosa, mentre gliela leccavo continuava a godere a gran voce, le sue gambe avevano degli scatti come se fosse in preda a convulsioni, gli umori che produceva erano ancora più abbondanti di Roberta, mi spingeva la testa con forza e mi tirava i capelli, il clitoride era gonfio ed a ogni passaggio con la lingua si contraeva gemendo di piacere.
    Leccare la sua figa era molto piacevole e sentirla gemere così forte mi dava una spinta inarrestabile, cominciai ad allargargliela esplorandola con le dita, le misi il pollice dentro fino in fondo spingendo con forza verso il culo, la cosa le piaceva parecchio, appoggiai un dito sul buco del culo e cominciai a girarci intorno, non dava il minimo segno di fastidio, anzi roteava i fianchi e spingeva con il bacino verso il basso, presi coraggio, e cominciai ad infilare il dito medio dentro, avevo il pollice dentro la sua figa ed il medio piantato nel suo culo fino in fondo, si bagnava all’inverosimile e continuava a spingere per sentirli meglio, ad un certo punto venne e lo gridò a gran voce: “Godo cazzo godo, oddio, non fermarti ti prego!!!” - mi tirò su la testa, mi costrinse ad alzarmi, mi coricò sui sedili, si mise sopra di me a “69”, cominciò a succhiarmelo avidamente mentre io ricominciai a leccarle la figa. Avevo ripreso fiato e riuscivo a trattenermi, aiutato anche dal fatto che con il preservativo il pompino risultava meno stimolante, però era davvero brava, riuscivo comunque a percepire il calore della sua bocca, inoltre mi leccava sovente le palle, me le insalivava e poi le asciugava con lingua, una vera artista del pompino, non osavo immaginare senza preservativo che sensazioni regalava, leccava sovente anche il mio buco del culo, uno spettacolo.
    Ad un certo punto si alzò, mi bacio a lungo e poi mi chiese con voce decisa: “Scopami Gianluca adesso!!!” - non me lo feci ripetere due volte, mi sedetti sul sedile e la invitai a sedersi sul mio cazzo, si mise sopra di me e se lo infilò dentro; avevo le sue bellissime tette che danzavano davanti alla mia faccia, cominciai a leccagliele e stringerle forte, cavalcava come una puledra e continuava a ripetere quanto le piacesse, quanto avevo il cazzo grosso e duro, parlava in continuazione e con un tono di voce molto alto, una vera furia, oso solo immaginare suo marito cosa pensasse la fuori. Piantò i piedi sui sedili, inarcò la schiena all’indietro e cominciò a fare su e giù ad un ritmo forsennato, aggrappandosi ai sedili anteriori, ero al limite, se ne accorse, si tolse e mi disse: “Non dirmi che stai per venire ti prego, ne voglio ancora.”;
    - “Sono al limite Simona, scusa” - mi guardò con aria delusa e poi disse:
    - “Allora vieni, tanto te lo rifaccio diventare duro in un attimo!” - detto questo me lo riprese in bocca e scoppiai all’istante, continuò a succhiarmelo mentre con una mano mi accarezzava le palle, poi me le leccò continuando a menarmelo, ero stravolto, non immaginavo che una donna dall’aspetto così distinto fosse così affamata di cazzo, notando che restava duro, prese un altro preservativo e mi disse:
    - “Cambiatelo ti prego, ne voglio ancora!” - lo cambiai in fretta e furia sperando che non diventasse molle, tornò immediatamente sopra e ricominciò a cavalcare con lo stesso ritmo forsennato di prima. Non mi era mai capitato di scopare una donna così calda e vogliosa, mi era successo in passato di farne due in rapida successione ma ero stupito dal fatto che avevo il cazzo duro da più di un’ora e non accennasse minimamente a scendere, ero stravolto, mi stava spaccando in due! Ad un certo punto si tolse, si girò a pecorina e mi disse:
    - “Scopami così, come una cagna, dai che sono la tua cagna in calore, scopami!!!” - quelle parole mi fecero impazzire, la presi su fianchi, glielo infilai tutto dentro facendo un po’ di contorsionismo e cominciai a scoparla con tutta la forza che avevo, lei apprezzava tale impeto e disse:
    - “Così, così fammi male!” - ormai avevo perso ogni tipo di freno inibitorio, cominciai a scoparla con una forza inaudita, le schiaffeggiavo il culo e lei apprezzava moltissimo, ogni tanto esageravo e si lamentava che le facevo male, però subito dopo diceva che le piaceva e che dovevo continuare. Arrivai alla fine, tolsi il preservativo e la schizzai su tutta la schiena, nonostante fossi venuto poco tempo prima era tantissima, arrivò a sporcarle anche i capelli, le avevo fatto un gran bel ricamo, pensavo di avere esagerato e le dissi:
    - “Scusa, forse ho esagerato.”;
    - “Tranquillo sei stato perfetto, forse potevi evitare di schizzarmi tutta, non posso farmi la doccia, ma va bene così, adesso però ripuliscimi.” - tirò giù il finestrino dell’auto e chiamò suo marito con aria soddisfatta e divertita:
    - “Tesoro prendimi i fazzolettini per piacere, qui abbiamo fatto un casino.” - il marito prese una scatola di fazzolettini dal cassettino portaoggetti anteriore e si avvicinò al finestrino, quando fu li davanti vide sua moglie nuda e con tutta la schiena sporca del mio sperma, sudata come una bestia ed ancora con il fiatone, io dietro di lei con il cazzo ancora duro appoggiato sulle sue chiappe, spalancò gli occhi godendosi la scena, deglutì nervosamente e poi sparì velocemente. Feci pulizia e poi cominciammo a rivestirci, ero imbarazzato, la presenza di suo marito mi aveva turbato, lei lo notò e mi disse:
    - “Gianluca sei stato grande, cos’è quel muso imbronciato, non ti è piaciuto?”;
    - “Certo che mi è piaciuto, tu sei stata perfetta Simona, però lo sguardo di tuo marito mi è sembrato strano, mi sembrava incazzato.”;
    - “Fidati che va tutto bene, ti assicuro che mio marito era incazzato solo perché si è perso tutto lo spettacolo, un gran bello spettacolo devo dire, ma non ti preoccupare gli racconterò tutto per filo e per segno e ti assicuro che parlerò molto bene di te, per essere la prima volta e nonostante il preservativo è stato fantastico, tranquillo.” - detto questo mi baciò ed appena finimmo entrambi di rivestirci chiamò il marito che tornò al posto di guida, dopodiché tornammo al locale in assoluto silenzio.
    Arrivati nel parcheggio, scese dall’auto con me, mi accompagnò alla moto e mi disse:
    - “Gianluca è stato bellissimo, la prossima volta però dobbiamo farlo in un posto più comodo non trovi? E soprattutto senza preservativo!!!”;
    - “La prossima volta vuol dire che ho superato la prova?”;
    - “A pieni voti tesoro, non potevo chiedere di più la prima volta, sei stato perfino meglio di Massimo.”;
    - “Chi è Massimo?”;
    - “Il ragazzo che mi scopava prima di te, lui la prima volta è durato poco e prima che rendesse come piace a me ci è voluto parecchio tempo, poi si è ripreso però, per fortuna aggiungerei.”;
    - “Quando sarà la prossima volta?”;
    - “Non essere impaziente, ti contatterò tra qualche giorno, non ti preoccupare.” - mi baciò nuovamente, poi mi fece ciao ciao con la manina, salì in auto con il marito e scomparve.

    Continua...

    Capitolo 4

    Quella sera tornai a casa veramente soddisfatto, non ci credevo ancora a tutto quello che era successo; avevo avuto parecchie storie nella mia vita, con ragazze e donne dei più svariati tipi, però un’esperienza come quella con Simona era stata davvero unica. Avevo visto parecchi film porno che trattavano l’argomento, i cuckold ai tempi non venivano chiamati così, io personalmente non mi ricordo di amici che avessero mai avuto la mia stessa esperienza, magari era stato chiesto anche a loro il più assoluto riserbo, fatto sta che non avevo mai pensato di poter raccontare una storia del genere con me protagonista. Ero eccitato ed avrei voluto parlarne subito con qualcuno, avevo bisogno di confrontarmi con un amico, non tanto per vantarmene (anzi un po’ direi di si) ma per potermi far consigliare se continuare o meno la cosa, non volevo che questa avventura mi portasse ad avere problemi, probabilmente erano solo seghe mentali ma vi assicuro che viene voglia di dirlo a qualcuno, è difficile tenere per se tutto quanto. Pensandoci bene avevo paura che la storia si propagasse a macchia d’olio, sapete bene la gente com’è fatta, inoltre mi sentivo un po’ in colpa per Roberta, non se lo sarebbe meritato proprio un ulteriore sputtanamento. Decisi che tutto sarebbe rimasto privato, non ne avrei mai parlato con nessuno, inoltre lo avevo promesso a Simona.
    Arrivato a casa mi feci una doccia, ero ancora sudato e caldo per quello che era successo, sotto la doccia ci pensavo ancora e mi masturbai, ero troppo ansioso per il prossimo incontro con la magnifica Simona. Presi sonno molto tardi, la sua figura mi tormentò per tutta la notte, penso di avere avuto il cazzo duro tutto il tempo ed al mattino mi bruciava, era come se avessi scopato ininterrottamente con Simona, davvero sconvolgente la situazione.
    Durante la mattinata al lavoro continuai a pensarci, ero ingrifato più del solito, mi accorsi che guardavo tutte le ragazze con la voglia di scoparle tutte, non riuscivo a togliermi dalla mente Simona ed il suo corpo. Nella pausa pranzo telefonai a Roberta, sapevo che era a casa per preparare un esame importante:
    - “Ciao bellezza, cosa fai di bello”?;
    - “Ciao tesoro, sto studiando, sono un po’ in crisi, non mi entra in testa quello che devo dire come vorrei, sono preoccupata per questo esame, ho paura che non andrà bene come spero…”;
    - “Ma figurati sei bravissima e farai faville come al solito.”;
    - “Grazie ma sei di parte, sono davvero in crisi.”;
    - “Ti ci vorrebbe un bel massaggino rilassante, se vuoi vengo da te, oggi finisco alle 17.” - mi aspettavo che mi mandasse a stendere come al solito, le chiedevo sempre di andare a casa sua quando i suoi non c’erano ma non aveva mai voluto, invece mi sorprese rispondendo:
    - “Si come no, immagino il tuo massaggio come sarebbe, sai cosa ti dico? Va bene, ti aspetto allora, tanto sono a casa sola fino a tarda sera, i miei dopo il lavoro sono ad una cena con dei clienti, saremo soli soletti, ti aspetto.”.
    Perfetto, era quello che volevo, mi sarei sfogato per bene con Roberta, non vedevo l’ora di essere da lei.
    Finito il lavoro corsi da Roberta con il cazzo che mi esplodeva dal desiderio, parcheggiai la moto sotto casa sua e suonai al citofono. Abitava al quarto piano di una palazzina molto elegante in pieno centro, arrivato davanti alla sua porta mi aprì sorridente; indossava una maglietta a righe bianca e rossa, molto aderente e senza reggiseno ed un paio di pantaloncini bianchi dai quali si intravvedeva un perizomino rosso, girava a piedi nudi con le unghie appena verniciate di un rosso fuoco, era uno splendore. La baciai immediatamente con molta passione, le infilai immediatamente la mano sotto i pantaloncini e cominciai a stringerle forte il culo, mi guardò e disse sorridendo:
    - “Hey ma come sei messo? Sei più infoiato del solito, sei proprio in astinenza allora.”;
    - “Scusa ma è tutto il pomeriggio che ti penso, non mi hai mai fatto venire a casa tua e la cosa mi ha eccitato moltissimo, a proposito cos’è questa novità?;
    - “Niente è che ho parlato di te con i miei, sai come la pensano no? Gli ho detto di noi e di quanto sono innamorata di te, vogliono conoscerti.” - i genitori di Roberta erano molto benestanti, avevano uno studio di architettura molto rinomato e volevano il meglio per la loro unica figlia, essendo una piccola città avevano saputo di noi due e l’avevano sempre avvisata che si sarebbe dovuta trovare un ragazzo alla sua altezza, io non lo ero, la mia famiglia era di umili origini ed avevo un lavoro molto al di sotto delle loro aspettative, inoltre mio padre conosceva il suo e lo aveva sempre descritto come un montato arrogante pieno di soldi, anche lui mi aveva consigliato di lasciar perdere Roberta per non imparentarmi con loro. Un po’ innervosito le risposi:
    - “Non era il caso, lo sai che cosa penso di tuo padre, a dirla tutta a me non interessa conoscerlo come lui non è interessato a me, mi metti in difficoltà.”;
    - “Ti prego Gianluca, io invece lo vorrei tanto, ho parlato con mia madre e lei ha capito quanto ci tengo a te, mi ha detto che ci parlava e lo convinceva che eri un bravo ragazzo, alla fine si è convinto anche lui ed ha detto che era necessario trovarsi tutti insieme e conoscersi di persona.”;
    - “Ecco perché mi hai invitato qui e non riesci a studiare, eri tesa per questo non per l’esame.”;
    - “In realtà sono stata a casa per studiare ma non ho avuto difficoltà a prepararmi, poi mi hai telefonato ed ho trovato il coraggio di parlartene, dimmi che non ti sei incazzato?” - ero invece imbufalito, mi stava talmente tanto sulle palle suo padre che la notizia mi aveva fatto perfino passare la voglia di scopare, ero sicuro che quello stronzo voleva solo mortificarmi e farmi passare per inadeguato davanti a sua figlia, inoltre avevo saputo che aveva preso informazioni su di me al lavoro, me lo aveva confidato il direttore del supermercato, parlandogli aveva manifestato apertamente che mi considerava una nullità e che avrebbe fatto di tutto per convincere la figlia a troncare il rapporto, la cosa mi aveva parecchio infastidito ma non l’avevo mai detto a Roberta;
    - “Guarda Roberta ti devo dire che tuo padre mi considera una merda.”;
    - “Ma dai cosa dici?;
    - “Il tuo paparino ha perfino parlato con il mio direttore, dicendogli che non valgo nulla ed avrebbe fatto di tutto per convincerti a mollarmi, adesso vuole conoscermi? Se permetti la cosa mi insospettisce.”;
    - “Cosa? E tu come fai a saperlo? Non ci credo!”;
    - “Lo so perché me lo ha detto il mio direttore, con lui ho confidenza e mi ha consigliato di non avere a che fare con tuo padre, cambia aria mi ha detto. Non te ne ho mai parlato perché so quanto lo ammiri ma arrivati a questo punto è giusto che tu lo sappia cosa pensa di me!” - Roberta era visibilmente commossa, forse aveva avuto il sospetto che suo padre ostacolasse il nostro rapporto, però non aveva immaginato fino a che punto era arrivato;
    - “Vabbè dai ci parlo io con lui, però non mandare tutto all’aria, imparerà ad apprezzarti per quello che sei, lo so che è molto possessivo con me, ma posso fargli capire quanto sei meraviglioso e quanto ci tenga a te, ti prego.” - mi abbracciò e cominciò a piangere a dirotto, non ho mai sopportato vedere una ragazza piangere, soprattutto Roberta per la quale, in fin dei conti, provavo affetto, non era amore vero come credo fosse per lei, altrimenti non l’avrei mai tradita come invece avevo fatto parecchie volte, però le volevo bene e vederla piangere così mi intenerì molto, aspettai che si calmasse accarezzandola.
    - “Dai ne parliamo un’altra volta, ora vado, sono stanco e tu devi studiare, ne riparleremo sabato.”;
    - “Ecco ho rovinato tutto, eri venuto qui per stare con me tutto eccitato, adesso sei stanco, sono proprio un disastro!” - ricominciò nuovamente a piangere e singhiozzando mi disse:
    - “Ti prego resta con me, andiamo di la dai.” - mi prese per mano e mi trascinò con lei. Davanti alla porta di casa c’era un enorme salone tutto ricoperto di parquet come il resto dell’appartamento, entrammo e mi invitò a sedermi sul divano di pelle, i mobili erano tutti antichi e di valore, alla nostra destra c’era un grosso tavolo di legno, penso che si potesse mangiare in parecchi viste le dimensioni, solo il salone era grosso come tutta la mia casa. Si sedette a fianco a me e cominciò a baciarmi ancora con il viso pieno di lacrime, ero molto imbarazzato e mi sentivo in colpa per averla ferita, quindi le presi il viso tra le mani e le dissi;
    - “Scusa se ti ho vomitato in faccia cosa penso di tuo padre, però davvero, a me non interessa conoscerlo, a me interessi te e basta, non devo per forza piacergli e sinceramente manco mi interessa, ok?”;
    - “Ok ok, adesso però promettimi che non te la sei presa e che non te ne andrai.” - la rabbia mi stava passando e cominciava nuovamente a venirmi voglia di scopare;
    - “Dai, va bene, adesso mi passa, però ho sete.”;
    - “Aspetta vado a prenderti qualcosa, cosa vuoi?”;
    - “Acqua, portami solo dell’acqua grazie.” - mi baciò teneramente e mi disse;
    - “Non scappare torno in un baleno.” - corse velocemente in cucina e tornò subito con una bottiglia di acqua da mezzo litro per me ed una bottiglietta di succo di frutta per lei, mi diede da bere ed appoggiò sul tavolino il succo, guardandomi con aria divertita, sapevo esattamente come sarebbe finita, aveva intenzione di farmi contento con il suo nuovo giochetto. Mentre bevevo si tolse la maglietta ed i pantaloncini, restando solo con il perizoma rosso, le passai la bottiglia dell’acqua dopodiché si sedette sulle mie gambe mettendomi le sue tettine in faccia e spingendoci in mezzo la mia testa.
    Cominciai a rilassarmi leccandole i seni, era davvero eccitata, i suoi capezzoli si inturgidirono immediatamente, erano un piacere da succhiare e mordicchiare, ci baciammo a lungo mentre ondeggiava il suo magnifico culetto sul mio cazzo duro come il marmo. Mi sfilò la maglietta, poi si inginocchiò davanti a me, mi levò pantaloni e gli slip cominciando a leccarmi le palle, a me è sempre piaciuto molto farmele leccare, lo sapeva ed era partita davvero bene. Mi leccava tra palle e buco del culo insalivando il tutto abbondantemente, poi ripuliva per bene, passò poi a leccarmi l’asta lateralmente dal basso verso l’alto, fece colare un po’ di saliva sulla cappella, aspettò che scendesse sull’asta e poi cominciò un pompino davvero straordinario, la sua tecnica era davvero notevole, inoltre ansimava sul cazzo mentre lo succhiava, sembrava godere nel farlo, accompagnavo la sua testa spingendogliela fino a farglielo prendere tutto in gola, altra cosa che adoro veder fare ad una donna, avevo il cazzo completamente ricoperto dalla sua saliva e quando prendeva fiato mi guardava ansimante, con il fiatone e le bave alla bocca. Avevo bisogno di prendere fiato quindi la feci coricare con la schiena sul tavolo da pranzo, le tirai su le gambe e cominciai a leccarle le dita dei piedi, poi la parte superiore, passai ai polpacci, arrivando fino in cima, davanti ai miei occhi si paravano i suoi meravigliosi buchetti, cominciai a leccarle il buco del culo, a lei piaceva farselo leccare ma di solito era infastidita quando puntavo la lingua entrandoci leggermente, quella volta invece spingeva facendolo aprire ed ansimava parecchio, infilai la lingua e lei si aprì le chiappe con le mani facendolo dilatare meglio, la cosa mi stupì moltissimo ma non esagerai sapendo come la pensava, passai a leccarle la figa, era fradicia, appena presi tra le labbra il clitoride emise un forte gemito e sollevò la schiena come se avesse avuto un orgasmo, leccai per bene entrambi i buchetti per qualche minuto. La tirai su, tornai a sedermi sul divano e la invitai a sedersi nuovamente sulle mie ginocchia come prima, appena si sedette prese il mio cazzo e se lo accompagnò con delicatezza nella figa, scese piano piano fino in fondo e cominciò un lento e sensuale su e giù, aumentando gradatamente il ritmo finché ebbe un profondo orgasmo, i suoi umori colavano sulle mie palle e bagnavano il divano di pelle scura, mi abbracciò, mi baciò e disse che mi amava da impazzire. La feci alzare e la costrinsi a mettersi a quattro zampe sul tappeto, si piazzò con le tette a terra e con il suo splendido culetto per aria, mi misi in piedi dietro di lei, mi abbassai e la penetrai profondamente scopandola con forza, ansimava ed ogni mio colpo la spiaccicava a terra sempre di più, dalla mia posizione ammiravo il suo buco del culo che si dilatava, mi attirava come un’ape sul miele, presi fiato e mi inginocchiai dietro di lei, ricominciai a leccarle i due buchetti, la figa era gonfia ed arrossata, bagnatissima e calda, con il dito accompagnai i suoi umori sul buco del culo, cominciai a rotearci il dito sopra, poi provai ad infilarlo, nuovamente cominciò a spingere per favorire la penetrazione finché glielo infilai completamente, notai che invece di lamentarsi come aveva sempre fatto cominciò ad ansimare, non capivo se di piacere oppure solo per fare scena, anche se era stretto ebbi la sensazione che era naturalmente predisposto a dilatarsi facilmente, tolsi il dito e con le mani allargai le chiappe, il buco si dilatò parecchio mostrandosi davvero irresistibile ed accogliente, infilai la lingua dentro molto facilmente, poi nuovamente prima un dito, poi due con lei che non si lamentava ma sembrava apprezzare la cosa, cominciai a fare su e giù ad un ritmo sempre superiore, era sempre più facile entrarci dentro ed il sangue mi saliva alla testa. Ad un certo punto si girò leggermente e mi disse con un tono tra il compiaciuto ed il preoccupato:
    - “Fai piano, lo sai che li non è entrato mai nessuno.”;
    - “Scusa Roberta mi ero fatto prendere un po’ troppo, ti ho fatto male?;
    - “Non ti ho detto di fermarti, ti ho solo detto che quando infilerai il cazzo devi farlo piano.” - rimasi a bocca aperta, mi stava invitando ad incularla? Non ci potevo credere:
    - “Sei sicura? Non voglio forzarti, so come la pensi sull’argomento.”;
    - “Ti ho detto di fare piano.”;
    - “Sei sicura?”;
    - “Muoviti, finora mi è piaciuto voglio che ci provi.” - detto questo si mise le mani sulle chiappe aprendosele con forza, il suo buco del culo si dilatò moltissimo e spinse con decisone facendolo aprire e chiudere. Bagnai con un po’ di saliva il cazzo per lubrificarlo, presi coraggio e glielo puntai, poi cominciai a farlo entrare con molta dolcezza, ansimava e continuava a spingere per facilitare la penetrazione, avevo ormai la cappella dentro al suo culo, spinsi un po’ ed entrò ancora di più, si bloccò per un secondo e mi disse ansimando:
    - “Piano, ti prego fermati un attimo.” - mi fermai, era entrato dentro un terzo del mio cazzo, sentivo il calore del suo culo, le pareti strette che lo abbracciavano regalavano una sensazione piacevolissima, avevo già inculato altre ragazze ma così strette mai, le altre erano già state rodate, la stavo sverginando ed era davvero una piacevole sensazione, sia a livello fisico che mentale. Restai immobile per qualche secondo, poi mi disse di continuare, allora cominciai ad infilarlo sempre di più, senza accorgermene glielo avevo messo tutto dentro, fino a far toccare le palle sul suo culo, disse ansimando:
    - “Lascialo fermo un attimo per piacere.”;
    - “Roberta vuoi che lasciamo stare? Non voglio farti male.” - strinse le chiappe con decisione, le pareti del suo culo abbracciavano completamente il mio cazzo, era davvero molto bello sentire quanto fosse stretto, rilassò i muscoli e fece ancora un paio di volte la stessa mossa, era meraviglioso;
    - “Non mi fai male, anzi a dire la verità non ho mai sentito dolore, è solo una sensazione strana, prova a muoverti piano piano.” - cominciai a scoparle il culo con delicatezza, facevo molta attenzione perché sentivo che era molto stretto, proprio per quel motivo era incredibilmente bello, non si lamentava, anzi sembrava che la strana sensazione stesse diventando piacere, continuava a tenersi le chiappe aperte, poi ne tolse una e cominciò a sgrillettarsi. Proprio in quel momento il mio sguardo notò una foto di suo padre sulla credenza, quella faccia di merda stringeva la mano ad un tizio mentre riceveva una targa, probabilmente un premio, lo guardai soddisfatto e pensai – Guardami, sto scopando il culo di tua figlia in casa tua, che ne dici stronzo? - senza accorgermene cominciai a scopare il culo di Roberta ad un ritmo molto deciso, le entravo dentro fino in fondo ed arrivavo quasi a farlo uscire, poi la penetravo nuovamente, avevo perso il controllo, per un po’ non disse niente, poi mi intimò:
    - “Piano piano cazzo, così mi fai male!!!” - quelle parole ed il suo sguardo sofferente invece di bloccarmi mi fecero venire, le versai in culo una quantità industriale di sperma che lubrificarono il canale facendone fuoriuscire un po’ mentre continuavo a scoparla, la cosa le fece evidentemente piacere perché esclamò a gran voce:
    - “Oh si, non ti fermare, non ti fermare.” - infoiato come un animale continuai a scoparla con forza con lei che continuava a dire che era meraviglioso. Ad un certo punto mi fermai, lo sfilai dal suo culo ed una grossa goccia di sperma cadde sul tappeto, si alzò e corse in bagno mentre io mi sedetti esausto ma soddisfatto sul divano, rimasi li a prendere fiato finché non tornò poco dopo con uno straccio in mano, si inginocchiò sul tappeto e cominciò a pulire lo sperma;
    - “Cazzo speriamo che non resti la macchia.”;
    - “Magari devi farlo con lo straccio bagnato.”;
    - “Hai ragione!” - si girò e tornò di corsa in bagno, il suo bel culetto ondeggiava, notai come il buco era ancora dilatato ed arrossato, ero molto compiaciuto di averglielo scopato e riempito di sperma, tornò con lo straccio e riprese a pulire, mi inginocchiai di fronte a lei, la baciai e le dissi:
    - “E’ stato meraviglioso Roberta, grazie di questo enorme regalo.”;
    - “Non avevo la minima intenzione di provarci, però oggi ti sei mosso molto bene e senza volerlo ti ho praticamente invitato a farlo, devo ammettere che il regalo ce lo siamo fatti a vicenda, mi è piaciuto parecchio sai?” - dopo aver detto quelle parole arrossì vistosamente, credo che si vergognasse, soprattutto ad ammetterlo, quindi la baciai nuovamente e le sussurrai:
    - “Dobbiamo rifarlo.” - mi guardò sorridendo e disse:
    - “Chissà!!”.
    Poco dopo tornai a casa estremamente soddisfatto, Roberta ultimamente si era scatenata anche a livello sessuale, era un peccato tradirla ma Simona era davvero entrata nella mia mente. Quella notte sognai di scopare Simona e Roberta insieme: il sogno cominciava con me che entravo in casa di Roberta trovandole che lesbicavano in camera sua, poi subentravo io e le scopavo a turno, prima in figa e poi nel culo, finendo con loro due inginocchiate davanti al mio cazzo pronte a ricevere sui loro visi il mio sperma, mi svegliai sudato come una bestia e mi masturbai venendo in un secondo.

    Continua...
     
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    Capitolo 4

    Quella sera tornai a casa veramente soddisfatto, non ci credevo ancora a tutto quello che era successo; avevo avuto parecchie storie nella mia vita, con ragazze e donne dei più svariati tipi, però un’esperienza come quella con Simona era stata davvero unica. Avevo visto parecchi film porno che trattavano l’argomento, i cuckold ai tempi non venivano chiamati così, io personalmente non mi ricordo di amici che avessero mai avuto la mia stessa esperienza, magari era stato chiesto anche a loro il più assoluto riserbo, fatto sta che non avevo mai pensato di poter raccontare una storia del genere con me protagonista. Ero eccitato ed avrei voluto parlarne subito con qualcuno, avevo bisogno di confrontarmi con un amico, non tanto per vantarmene (anzi un po’ direi di si) ma per potermi far consigliare se continuare o meno la cosa, non volevo che questa avventura mi portasse ad avere problemi, probabilmente erano solo seghe mentali ma vi assicuro che viene voglia di dirlo a qualcuno, è difficile tenere per se tutto quanto. Pensandoci bene avevo paura che la storia si propagasse a macchia d’olio, sapete bene la gente com’è fatta, inoltre mi sentivo un po’ in colpa per Roberta, non se lo sarebbe meritato proprio un ulteriore sputtanamento. Decisi che tutto sarebbe rimasto privato, non ne avrei mai parlato con nessuno, inoltre lo avevo promesso a Simona.
    Arrivato a casa mi feci una doccia, ero ancora sudato e caldo per quello che era successo, sotto la doccia ci pensavo ancora e mi masturbai, ero troppo ansioso per il prossimo incontro con la magnifica Simona. Presi sonno molto tardi, la sua figura mi tormentò per tutta la notte, penso di avere avuto il cazzo duro tutto il tempo ed al mattino mi bruciava, era come se avessi scopato ininterrottamente con Simona, davvero sconvolgente la situazione.
    Durante la mattinata al lavoro continuai a pensarci, ero ingrifato più del solito, mi accorsi che guardavo tutte le ragazze con la voglia di scoparle tutte, non riuscivo a togliermi dalla mente Simona ed il suo corpo. Nella pausa pranzo telefonai a Roberta, sapevo che era a casa per preparare un esame importante:
    - “Ciao bellezza, cosa fai di bello”?;
    - “Ciao tesoro, sto studiando, sono un po’ in crisi, non mi entra in testa quello che devo dire come vorrei, sono preoccupata per questo esame, ho paura che non andrà bene come spero…”;
    - “Ma figurati sei bravissima e farai faville come al solito.”;
    - “Grazie ma sei di parte, sono davvero in crisi.”;
    - “Ti ci vorrebbe un bel massaggino rilassante, se vuoi vengo da te, oggi finisco alle 17.” - mi aspettavo che mi mandasse a stendere come al solito, le chiedevo sempre di andare a casa sua quando i suoi non c’erano ma non aveva mai voluto, invece mi sorprese rispondendo:
    - “Si come no, immagino il tuo massaggio come sarebbe, sai cosa ti dico? Va bene, ti aspetto allora, tanto sono a casa sola fino a tarda sera, i miei dopo il lavoro sono ad una cena con dei clienti, saremo soli soletti, ti aspetto.”.
    Perfetto, era quello che volevo, mi sarei sfogato per bene con Roberta, non vedevo l’ora di essere da lei.
    Finito il lavoro corsi da Roberta con il cazzo che mi esplodeva dal desiderio, parcheggiai la moto sotto casa sua e suonai al citofono. Abitava al quarto piano di una palazzina molto elegante in pieno centro, arrivato davanti alla sua porta mi aprì sorridente; indossava una maglietta a righe bianca e rossa, molto aderente e senza reggiseno ed un paio di pantaloncini bianchi dai quali si intravvedeva un perizomino rosso, girava a piedi nudi con le unghie appena verniciate di un rosso fuoco, era uno splendore. La baciai immediatamente con molta passione, le infilai immediatamente la mano sotto i pantaloncini e cominciai a stringerle forte il culo, mi guardò e disse sorridendo:
    - “Hey ma come sei messo? Sei più infoiato del solito, sei proprio in astinenza allora.”;
    - “Scusa ma è tutto il pomeriggio che ti penso, non mi hai mai fatto venire a casa tua e la cosa mi ha eccitato moltissimo, a proposito cos’è questa novità?;
    - “Niente è che ho parlato di te con i miei, sai come la pensano no? Gli ho detto di noi e di quanto sono innamorata di te, vogliono conoscerti.” - i genitori di Roberta erano molto benestanti, avevano uno studio di architettura molto rinomato e volevano il meglio per la loro unica figlia, essendo una piccola città avevano saputo di noi due e l’avevano sempre avvisata che si sarebbe dovuta trovare un ragazzo alla sua altezza, io non lo ero, la mia famiglia era di umili origini ed avevo un lavoro molto al di sotto delle loro aspettative, inoltre mio padre conosceva il suo e lo aveva sempre descritto come un montato arrogante pieno di soldi, anche lui mi aveva consigliato di lasciar perdere Roberta per non imparentarmi con loro. Un po’ innervosito le risposi:
    - “Non era il caso, lo sai che cosa penso di tuo padre, a dirla tutta a me non interessa conoscerlo come lui non è interessato a me, mi metti in difficoltà.”;
    - “Ti prego Gianluca, io invece lo vorrei tanto, ho parlato con mia madre e lei ha capito quanto ci tengo a te, mi ha detto che ci parlava e lo convinceva che eri un bravo ragazzo, alla fine si è convinto anche lui ed ha detto che era necessario trovarsi tutti insieme e conoscersi di persona.”;
    - “Ecco perché mi hai invitato qui e non riesci a studiare, eri tesa per questo non per l’esame.”;
    - “In realtà sono stata a casa per studiare ma non ho avuto difficoltà a prepararmi, poi mi hai telefonato ed ho trovato il coraggio di parlartene, dimmi che non ti sei incazzato?” - ero invece imbufalito, mi stava talmente tanto sulle palle suo padre che la notizia mi aveva fatto perfino passare la voglia di scopare, ero sicuro che quello stronzo voleva solo mortificarmi e farmi passare per inadeguato davanti a sua figlia, inoltre avevo saputo che aveva preso informazioni su di me al lavoro, me lo aveva confidato il direttore del supermercato, parlandogli aveva manifestato apertamente che mi considerava una nullità e che avrebbe fatto di tutto per convincere la figlia a troncare il rapporto, la cosa mi aveva parecchio infastidito ma non l’avevo mai detto a Roberta;
    - “Guarda Roberta ti devo dire che tuo padre mi considera una merda.”;
    - “Ma dai cosa dici?;
    - “Il tuo paparino ha perfino parlato con il mio direttore, dicendogli che non valgo nulla ed avrebbe fatto di tutto per convincerti a mollarmi, adesso vuole conoscermi? Se permetti la cosa mi insospettisce.”;
    - “Cosa? E tu come fai a saperlo? Non ci credo!”;
    - “Lo so perché me lo ha detto il mio direttore, con lui ho confidenza e mi ha consigliato di non avere a che fare con tuo padre, cambia aria mi ha detto. Non te ne ho mai parlato perché so quanto lo ammiri ma arrivati a questo punto è giusto che tu lo sappia cosa pensa di me!” - Roberta era visibilmente commossa, forse aveva avuto il sospetto che suo padre ostacolasse il nostro rapporto, però non aveva immaginato fino a che punto era arrivato;
    - “Vabbè dai ci parlo io con lui, però non mandare tutto all’aria, imparerà ad apprezzarti per quello che sei, lo so che è molto possessivo con me, ma posso fargli capire quanto sei meraviglioso e quanto ci tenga a te, ti prego.” - mi abbracciò e cominciò a piangere a dirotto, non ho mai sopportato vedere una ragazza piangere, soprattutto Roberta per la quale, in fin dei conti, provavo affetto, non era amore vero come credo fosse per lei, altrimenti non l’avrei mai tradita come invece avevo fatto parecchie volte, però le volevo bene e vederla piangere così mi intenerì molto, aspettai che si calmasse accarezzandola.
    - “Dai ne parliamo un’altra volta, ora vado, sono stanco e tu devi studiare, ne riparleremo sabato.”;
    - “Ecco ho rovinato tutto, eri venuto qui per stare con me tutto eccitato, adesso sei stanco, sono proprio un disastro!” - ricominciò nuovamente a piangere e singhiozzando mi disse:
    - “Ti prego resta con me, andiamo di la dai.” - mi prese per mano e mi trascinò con lei. Davanti alla porta di casa c’era un enorme salone tutto ricoperto di parquet come il resto dell’appartamento, entrammo e mi invitò a sedermi sul divano di pelle, i mobili erano tutti antichi e di valore, alla nostra destra c’era un grosso tavolo di legno, penso che si potesse mangiare in parecchi viste le dimensioni, solo il salone era grosso come tutta la mia casa. Si sedette a fianco a me e cominciò a baciarmi ancora con il viso pieno di lacrime, ero molto imbarazzato e mi sentivo in colpa per averla ferita, quindi le presi il viso tra le mani e le dissi;
    - “Scusa se ti ho vomitato in faccia cosa penso di tuo padre, però davvero, a me non interessa conoscerlo, a me interessi te e basta, non devo per forza piacergli e sinceramente manco mi interessa, ok?”;
    - “Ok ok, adesso però promettimi che non te la sei presa e che non te ne andrai.” - la rabbia mi stava passando e cominciava nuovamente a venirmi voglia di scopare;
    - “Dai, va bene, adesso mi passa, però ho sete.”;
    - “Aspetta vado a prenderti qualcosa, cosa vuoi?”;
    - “Acqua, portami solo dell’acqua grazie.” - mi baciò teneramente e mi disse;
    - “Non scappare torno in un baleno.” - corse velocemente in cucina e tornò subito con una bottiglia di acqua da mezzo litro per me ed una bottiglietta di succo di frutta per lei, mi diede da bere ed appoggiò sul tavolino il succo, guardandomi con aria divertita, sapevo esattamente come sarebbe finita, aveva intenzione di farmi contento con il suo nuovo giochetto. Mentre bevevo si tolse la maglietta ed i pantaloncini, restando solo con il perizoma rosso, le passai la bottiglia dell’acqua dopodiché si sedette sulle mie gambe mettendomi le sue tettine in faccia e spingendoci in mezzo la mia testa.
    Cominciai a rilassarmi leccandole i seni, era davvero eccitata, i suoi capezzoli si inturgidirono immediatamente, erano un piacere da succhiare e mordicchiare, ci baciammo a lungo mentre ondeggiava il suo magnifico culetto sul mio cazzo duro come il marmo. Mi sfilò la maglietta, poi si inginocchiò davanti a me, mi levò pantaloni e gli slip cominciando a leccarmi le palle, a me è sempre piaciuto molto farmele leccare, lo sapeva ed era partita davvero bene. Mi leccava tra palle e buco del culo insalivando il tutto abbondantemente, poi ripuliva per bene, passò poi a leccarmi l’asta lateralmente dal basso verso l’alto, fece colare un po’ di saliva sulla cappella, aspettò che scendesse sull’asta e poi cominciò un pompino davvero straordinario, la sua tecnica era davvero notevole, inoltre ansimava sul cazzo mentre lo succhiava, sembrava godere nel farlo, accompagnavo la sua testa spingendogliela fino a farglielo prendere tutto in gola, altra cosa che adoro veder fare ad una donna, avevo il cazzo completamente ricoperto dalla sua saliva e quando prendeva fiato mi guardava ansimante, con il fiatone e le bave alla bocca. Avevo bisogno di prendere fiato quindi la feci coricare con la schiena sul tavolo da pranzo, le tirai su le gambe e cominciai a leccarle le dita dei piedi, poi la parte superiore, passai ai polpacci, arrivando fino in cima, davanti ai miei occhi si paravano i suoi meravigliosi buchetti, cominciai a leccarle il buco del culo, a lei piaceva farselo leccare ma di solito era infastidita quando puntavo la lingua entrandoci leggermente, quella volta invece spingeva facendolo aprire ed ansimava parecchio, infilai la lingua e lei si aprì le chiappe con le mani facendolo dilatare meglio, la cosa mi stupì moltissimo ma non esagerai sapendo come la pensava, passai a leccarle la figa, era fradicia, appena presi tra le labbra il clitoride emise un forte gemito e sollevò la schiena come se avesse avuto un orgasmo, leccai per bene entrambi i buchetti per qualche minuto. La tirai su, tornai a sedermi sul divano e la invitai a sedersi nuovamente sulle mie ginocchia come prima, appena si sedette prese il mio cazzo e se lo accompagnò con delicatezza nella figa, scese piano piano fino in fondo e cominciò un lento e sensuale su e giù, aumentando gradatamente il ritmo finché ebbe un profondo orgasmo, i suoi umori colavano sulle mie palle e bagnavano il divano di pelle scura, mi abbracciò, mi baciò e disse che mi amava da impazzire. La feci alzare e la costrinsi a mettersi a quattro zampe sul tappeto, si piazzò con le tette a terra e con il suo splendido culetto per aria, mi misi in piedi dietro di lei, mi abbassai e la penetrai profondamente scopandola con forza, ansimava ed ogni mio colpo la spiaccicava a terra sempre di più, dalla mia posizione ammiravo il suo buco del culo che si dilatava, mi attirava come un’ape sul miele, presi fiato e mi inginocchiai dietro di lei, ricominciai a leccarle i due buchetti, la figa era gonfia ed arrossata, bagnatissima e calda, con il dito accompagnai i suoi umori sul buco del culo, cominciai a rotearci il dito sopra, poi provai ad infilarlo, nuovamente cominciò a spingere per favorire la penetrazione finché glielo infilai completamente, notai che invece di lamentarsi come aveva sempre fatto cominciò ad ansimare, non capivo se di piacere oppure solo per fare scena, anche se era stretto ebbi la sensazione che era naturalmente predisposto a dilatarsi facilmente, tolsi il dito e con le mani allargai le chiappe, il buco si dilatò parecchio mostrandosi davvero irresistibile ed accogliente, infilai la lingua dentro molto facilmente, poi nuovamente prima un dito, poi due con lei che non si lamentava ma sembrava apprezzare la cosa, cominciai a fare su e giù ad un ritmo sempre superiore, era sempre più facile entrarci dentro ed il sangue mi saliva alla testa. Ad un certo punto si girò leggermente e mi disse con un tono tra il compiaciuto ed il preoccupato:
    - “Fai piano, lo sai che li non è entrato mai nessuno.”;
    - “Scusa Roberta mi ero fatto prendere un po’ troppo, ti ho fatto male?;
    - “Non ti ho detto di fermarti, ti ho solo detto che quando infilerai il cazzo devi farlo piano.” - rimasi a bocca aperta, mi stava invitando ad incularla? Non ci potevo credere:
    - “Sei sicura? Non voglio forzarti, so come la pensi sull’argomento.”;
    - “Ti ho detto di fare piano.”;
    - “Sei sicura?”;
    - “Muoviti, finora mi è piaciuto voglio che ci provi.” - detto questo si mise le mani sulle chiappe aprendosele con forza, il suo buco del culo si dilatò moltissimo e spinse con decisone facendolo aprire e chiudere. Bagnai con un po’ di saliva il cazzo per lubrificarlo, presi coraggio e glielo puntai, poi cominciai a farlo entrare con molta dolcezza, ansimava e continuava a spingere per facilitare la penetrazione, avevo ormai la cappella dentro al suo culo, spinsi un po’ ed entrò ancora di più, si bloccò per un secondo e mi disse ansimando:
    - “Piano, ti prego fermati un attimo.” - mi fermai, era entrato dentro un terzo del mio cazzo, sentivo il calore del suo culo, le pareti strette che lo abbracciavano regalavano una sensazione piacevolissima, avevo già inculato altre ragazze ma così strette mai, le altre erano già state rodate, la stavo sverginando ed era davvero una piacevole sensazione, sia a livello fisico che mentale. Restai immobile per qualche secondo, poi mi disse di continuare, allora cominciai ad infilarlo sempre di più, senza accorgermene glielo avevo messo tutto dentro, fino a far toccare le palle sul suo culo, disse ansimando:
    - “Lascialo fermo un attimo per piacere.”;
    - “Roberta vuoi che lasciamo stare? Non voglio farti male.” - strinse le chiappe con decisione, le pareti del suo culo abbracciavano completamente il mio cazzo, era davvero molto bello sentire quanto fosse stretto, rilassò i muscoli e fece ancora un paio di volte la stessa mossa, era meraviglioso;
    - “Non mi fai male, anzi a dire la verità non ho mai sentito dolore, è solo una sensazione strana, prova a muoverti piano piano.” - cominciai a scoparle il culo con delicatezza, facevo molta attenzione perché sentivo che era molto stretto, proprio per quel motivo era incredibilmente bello, non si lamentava, anzi sembrava che la strana sensazione stesse diventando piacere, continuava a tenersi le chiappe aperte, poi ne tolse una e cominciò a sgrillettarsi. Proprio in quel momento il mio sguardo notò una foto di suo padre sulla credenza, quella faccia di merda stringeva la mano ad un tizio mentre riceveva una targa, probabilmente un premio, lo guardai soddisfatto e pensai – Guardami, sto scopando il culo di tua figlia in casa tua, che ne dici stronzo? - senza accorgermene cominciai a scopare il culo di Roberta ad un ritmo molto deciso, le entravo dentro fino in fondo ed arrivavo quasi a farlo uscire, poi la penetravo nuovamente, avevo perso il controllo, per un po’ non disse niente, poi mi intimò:
    - “Piano piano cazzo, così mi fai male!!!” - quelle parole ed il suo sguardo sofferente invece di bloccarmi mi fecero venire, le versai in culo una quantità industriale di sperma che lubrificarono il canale facendone fuoriuscire un po’ mentre continuavo a scoparla, la cosa le fece evidentemente piacere perché esclamò a gran voce:
    - “Oh si, non ti fermare, non ti fermare.” - infoiato come un animale continuai a scoparla con forza con lei che continuava a dire che era meraviglioso. Ad un certo punto mi fermai, lo sfilai dal suo culo ed una grossa goccia di sperma cadde sul tappeto, si alzò e corse in bagno mentre io mi sedetti esausto ma soddisfatto sul divano, rimasi li a prendere fiato finché non tornò poco dopo con uno straccio in mano, si inginocchiò sul tappeto e cominciò a pulire lo sperma;
    - “Cazzo speriamo che non resti la macchia.”;
    - “Magari devi farlo con lo straccio bagnato.”;
    - “Hai ragione!” - si girò e tornò di corsa in bagno, il suo bel culetto ondeggiava, notai come il buco era ancora dilatato ed arrossato, ero molto compiaciuto di averglielo scopato e riempito di sperma, tornò con lo straccio e riprese a pulire, mi inginocchiai di fronte a lei, la baciai e le dissi:
    - “E’ stato meraviglioso Roberta, grazie di questo enorme regalo.”;
    - “Non avevo la minima intenzione di provarci, però oggi ti sei mosso molto bene e senza volerlo ti ho praticamente invitato a farlo, devo ammettere che il regalo ce lo siamo fatti a vicenda, mi è piaciuto parecchio sai?” - dopo aver detto quelle parole arrossì vistosamente, credo che si vergognasse, soprattutto ad ammetterlo, quindi la baciai nuovamente e le sussurrai:
    - “Dobbiamo rifarlo.” - mi guardò sorridendo e disse:
    - “Chissà!!”.
    Poco dopo tornai a casa estremamente soddisfatto, Roberta ultimamente si era scatenata anche a livello sessuale, era un peccato tradirla ma Simona era davvero entrata nella mia mente. Quella notte sognai di scopare Simona e Roberta insieme: il sogno cominciava con me che entravo in casa di Roberta trovandole che lesbicavano in camera sua, poi subentravo io e le scopavo a turno, prima in figa e poi nel culo, finendo con loro due inginocchiate davanti al mio cazzo pronte a ricevere sui loro visi il mio sperma, mi svegliai sudato come una bestia e mi masturbai venendo in un secondo.

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    Capitolo 5


    Era un periodo davvero movimentato a livello sessuale, la storia con Simona e lo sbocciare di Roberta mi avevano galvanizzato parecchio, ero ancora più spigliato del solito, perfino al lavoro ebbi l’impressione di aver finalmente fatto colpo su Isa, una mia collega che faceva la cassiera, era una ragazza della mia età non molto alta, corporatura media e con due tette davvero enormi, la divisa che indossava era di una taglia in meno e la fasciava facendo risaltare le sue forme abbondanti, non era proprio il mio genere di ragazza però mi faceva parecchio sangue. Aveva due labbra carnose che ispiravano parecchio, la immaginavo come un’abilissima pompinara, era ambita da tutti i miei colleghi, aveva avuto una storia con un mio amico ed era finita in fretta perché aveva scoperto che lo tradiva, mi aveva confidato che era una porca tremenda, mi sarebbe piaciuto testarla a fondo, le facevo la punta da parecchio ma negli ultimi giorni le mie battutine sembravano averla smossa un po’, alla fine non conclusi nulla di concreto, lei si faceva stuzzicare ma probabilmente non ero il suo tipo, però mi sentivo sicuro di me stesso come non mai.
    Il sabato successivo non sarei uscito con Roberta, sarebbe andata via al mattino con i suoi genitori a trovare una loro zia che stava molto male, rientrando solo la domenica sera. Quel mattino ero al lavoro quando l’altoparlante interno mi chiamò al telefono, andai nell’ufficio del magazzino chiedendo chi fosse al mio collega che aveva risposto e che stava lasciando la stanza, mi disse che era un fornitore, risposi e sentii una voce calda e sensuale dall’altra parte:
    - “Buongiorno Gianluca, sempre indaffarato?”;
    - “Simona ma sei pazza a chiamarmi al lavoro?” - l’ufficio per fortuna era vuoto, l’impiegata che faceva la capo cassiera era al box informazioni in area vendita;
    - “Tranquillo ho detto di essere un vostro fornitore, come va? Tutto ok dopo l’altra sera?”;
    - “Tutto bene, ti ho perfino sognata l’altra notte.”;
    - “Davvero? E cosa facevamo?”;
    - “Tu stavi lesbicando con la mia ragazza, poi sono entrato ed ho scopato entrambe.”;
    - “Mmm., peccato che era solo un sogno, però a me non piacciono le altre donne, a me piace il cazzo, credo che te ne sei accorto?” - il suo modo di parlare era cambiato, adesso era sempre meno pacata e si proponeva in maniera più audace, probabilmente aveva preso confidenza, adesso lasciava perdere i convenevoli e passava a provocare in maniera molto diretta - “Ho nuovamente voglia di te, i tuoi esami sono arrivati e voglio scopare come si deve stavolta, senza preservativo, voglio il tuo cazzo caldo dentro di me, voglio gustare il sapore del tuo sperma, lo vorrei adesso!;
    - “Cazzo non giri attorno ai discorsi tu.”;
    - “Sono in camera mia con mio marito coricato a fianco a me, mentre parlo con te mi sto masturbando, sapessi come sono bagnata, mentre aspettavo che arrivassi al telefono mi sono inzuppata immaginandoti in mezzo alle mie gambe intento a leccarmela.”;
    - “Così però mi fai eccitare, sto lavorando e devo andare in vendita, se esco di qui con il cazzo duro se ne accorgono e mi licenziano.”;
    - “Masturbati anche tu, così non corri il rischio.”;
    - “Si come no, così mi licenziano in tronco!”;
    - “Io invece adesso me la faccio leccare da mio marito e poi mi faccio scopare immaginando che ci sia te al suo posto, che ne dici?”;
    - “Fai quello che vuoi, basta che non ti soddisfi troppo, altrimenti poi non mi vuoi più.”;
    - “Impossibile Gianluca, mi sei entrato dentro, in tutti i sensi.” - scoppiò a ridere, poi tornò seria e mi disse - “Sei libero questa sera? Lo so che il sabato esci con la tua ragazzina, ma se vieni da me non te ne pentirai, te lo assicuro.”;
    - “Guarda sembra che tu lo sappia che stasera non esco con lei, dimmi dove e sono da te.”;
    - “Benissimo, allora guarda, stasera ti aspetto in questo posto (preferisco non fare riferimenti precisi a luoghi o città, era un ristorante/hotel dove ci incontrammo parecchie altre volte, distava circa 50 km da dove abitavo), ceneremo tutti e tre insieme e poi finiremo la serata in camera, che ne dici?”;
    - “Ok a che ora ci troviamo?”;
    - “Facciamo per le 19,00, ci prendiamo un aperitivo e poi andiamo a cena, però ti va bene se con noi ci sarà sempre mio marito?”;
    - “Ok, facciamo che ci provo e se la sua presenza mi infastidisce se ne va.”;
    - “Va bene, facciamo così, ma vedrai che la sua presenza sarà discreta, se impari a conoscerlo ti abituerai in fretta a lui. Adesso scusa ma prima scopo con lui e poi vado a farmi bella per te, un bacio. A proposito vestiti un po’ elegante, il posto è piuttosto raffinato” - riagganciò il telefono ed io restai per un attimo a pensare a quello che stava per accadere.
    Il pomeriggio non lavoravo, quindi andai a casa, ero decisamente su di giri, volevo essere al massimo della forma, quindi andai a fare una corsetta, tornai a casa e mi feci la doccia, per scaricarmi mi masturbai, era dall’ultimo incontro con Roberta che non venivo, non volevo durare poco con Simona. La giornata non era bellissima, quindi andai all’appuntamento in auto, ero sempre in moto e la usavo poco e niente, era di mia madre e la prendevo in prestito solo quando il tempo era brutto se non serviva a lei, una piccola utilitaria vecchia e scomoda. Arrivai sul posto alle 19,15 circa, era molto bello ed immerso nel verde; un vecchio castello trasformato in un locale decisamente di lusso, una parte era dedicata al ristorante e l’altra all’hotel, nel parcheggio c’erano auto di grossa cilindrata, mi vergognai un po’ ad arrivare con la mia trappolina, di fronte all’ingresso del ristorante c’era una grossa fontana e seduta sul bordo c’era Simona con suo marito a fianco intento a parlare al cellulare, mi fece segno dove parcheggiare e mi raggiunse, era uno splendore; indossava un abitino nero molto corto, i capelli erano sciolti e le cadevano sulle spalle arrivandole a metà schiena, aveva un paio di scarpe nere con tacchi veramente vertiginosi, nonostante tutto camminava in maniera agile e spedita, appena scesi la guardai e le dissi:
    - “Mamma mia quanto sei bella Simona, sembri un angelo caduto dal cielo.” - frase del cazzo lo so ma mi uscì quella, lei sorrise e disse:
    - “Anche tu stai molto bene, sei molto elegante, mi hai preso in parola.” - avevo indossato un abito che avevo comprato per fare da testimone alle nozze di un amico, non ero abituato a giacca e cravatta ed in realtà mi sentivo impacciato. Mi baciò teneramente, poi mi pulì la bocca dal rossetto che mi aveva lasciato sulle labbra, suo marito finì di parlare al cellulare, si avvicinò a noi e mi strinse la mano:
    - “Piacere Paolo, non ci eravamo presentati l’altra sera.”;
    - “Piacere mio.”;
    - “Visto come sta bene con la giacca e la cravatta?” - disse Simona sistemandomela, “Diglielo anche tu che sta benissimo.”;
    - “Certo certo lo rende più maturo direi.” - ero imbarazzato, sembravano i discorsi dei miei genitori quando mi vedevano con l’abito elegante;
    - “Mi piaci talmente tanto che adesso io e te saliamo in auto un attimo che ti devo parlare, vieni.” - mi prese per mano, mi sedetti al posto di guida e lei a fianco, mi baciò in maniera molto passionale e cominciò a sbottonarmi i pantaloni, suo marito osservava eccitato quello che avveniva, intanto controllava che nessuno sopraggiungesse, restai sorpreso e dissi:
    - “Ma cosa fai, ci possono vedere.”;
    - “Tranquillo qui non passa nessuno, ho voglia di gustarmi il tuo cazzo!” - effettivamente mi aveva fatto parcheggiare davanti ad una siepe molto alta che delimitava il parcheggio, il lato passeggero era attaccato anch’esso alla siepe e restava scoperto solo il lato guida, una grossa BMW station wagon parcheggiata a fianco ci copriva parecchio, suo marito si piazzò proprio in mezzo alle due auto facendo la guardia sbirciando.
    Mi tirò fuori il cazzo e cominciò a menarmelo mentre ci baciavamo, poi si piegò e lo prese in bocca con voracità, le alzai un po’ l’abito e cominciai ad intrufolare le dita, aveva il perizoma, non feci fatica ad arrivare alla sua figa che era bagnatissima, cominciò ad ansimare mentre era passata a leccarmi le palle, sentivo il suo respiro diventare sempre più affannoso, la luce del sole filtrava tra la siepe ed ogni tanto guardavo suo marito, sembrava preoccupato che ci scoprissero ma era visibilmente eccitato, continuava a staccarsi dal collo la camicia e guardava quello che succedeva, quando incrociavamo gli sguardi lui abbassava la testa e guardando altrove, credo non volesse imbarazzarmi, oppure lo era lui. Simona affondava il mio cazzo nella sua gola, anche lei se lo faceva andare quasi di traverso come faceva Roberta, solo che lo faceva di proposito, era molto esperta e la tecnica era diversa, si vedeva che la sua era una maniera per darmi piacere, consapevole del fatto che a noi maschietti certi gesti piacciono, inoltre mi guardava sempre fisso negli occhi, come per capire quali erano i movimenti che gradivo di più. Il mio cazzo era completamente insalivato e lo sentivo pulsare, pronto ad esplodere nella sua bocca calda, preso dall’eccitazione le misi due dita nel culo senza troppi preamboli, emise un piccolo lamento ma non sembrava dolore, anzi, cominciò a roteare il sedere e spingere verso il basso come a volerle sentire meglio, a differenza di Roberta si sentiva che quel culo era ben rodato ed allenato, infilai anche il pollice nella figa e cominciai a scoparla forte con le dita in entrambi i buchi, era fradicia, cominciò ad ansimare forte sul mio cazzo, sentirla così rumorosa mi eccitava da morire, il ritmo delle mie dita era in sincrono con il suo pompino, sempre più veloce. Ad un certo punto suo marito picchiò nervosamente sul finestrino, ci fermammo immediatamente, era visibilmente agitato, abbassai il finestrino e preoccupatissimo disse:
    - “Simona per cortesia cerca di limitarti, qui fuori si sente tutto, se passa qualcuno potrebbe sentirti ed avvicinarsi incuriosito.” - lei gli rispose in maniera secca e decisa:
    - “E tu cosa ci stai a fare lì? Se qualcuno si avvicina mandalo via e lasciami fare.” - senza aggiungere altro si riattaccò con la stessa foga al mio cazzo, lo guardai imbarazzato, era rimasto evidentemente perplesso dalla risposta però sembrava incantato ad ammirarla mentre era impegnata nel pompino, tirai su il finestrino e continuai a masturbarle i due buchetti. Era evidente quanto il ruolo di Simona fosse assolutamente dominante nei confronti del marito, lui lo vedevo completamente succube e passivo.
    Ero praticamente al limite, sentivo che stavo per scoppiare, la avvisai, nel frattempo mi stava sempre guardando negli occhi:
    - “Sto venendo Simona.” con il mio cazzo in bocca accennò un sorriso e continuò a succhiarmelo, stavolta senza toglierselo dall’interno, capii che la voleva tutta in gola, quindi esplosi con una sborrata colossale mentre lei con aria divertita continuava a fissarmi, teneva le labbra aderenti al cazzo per non farne uscire nemmeno una goccia continuando a fare su e giù velocemente, le mie dita nel frattempo continuavano a roteare velocemente nei suoi orifizi. Appena lo sperma cessò di uscire si fermò, si fece scivolare il cazzo fuori dalla bocca, aprì leggermente le labbra e mi mostrò l’interno della sua bocca piena del mio sperma, si mise l’indice dentro e cominciò a rotearlo al suo interno, poi ne prese un po’ con il pollice e la sollevò leggermente, il liquido attaccato alle dita creava un filo come se fosse seta, poi si mise in bocca le due dita, le succhiò ripulendole, mi guardò intensamente ed ingoiò tutto senza nessun problema con un sorriso malizioso, si passò la lingua sulle labbra, strinse con la mano la base del mio cazzo e premendo con il pollice arrivò fino alla cappella, dalla punta fuoriuscì ancora un po’ di sperma, ci mise la lingua sopra, poi se lo prese di nuovo in bocca e ricominciò a succhiarmelo nuovamente, stavolta senza più guardarmi negli occhi.
    Era stata davvero bravissima, una pornostar mancata, un pompino così non me lo aveva mai fatto nessuna, era ancora li che me lo leccava e ripuliva senza mostrare l’intenzione di voler smettere, le tolsi le dita dai suoi orifizi, la presi per i capelli con decisione e le tirai su la testa, la guardai, era con il viso tutto bagnato dalla sua saliva, il rossetto si era sparso un po’ dovunque attorno alle sue labbra, sembrava devastata ma assolutamente soddisfatta del lavoro svolto ma ugualmente bellissima, quel volto angelico così sporco e provato era una gioia per gli occhi:
    - “Sei stata fantastica Simona, semplicemente fantastica.” - sorrise orgogliosa, si passò il dorso della mano sulla bocca asciugandosela e mi baciò delicatamente sulle labbra, poi mi guardò teneramente negli occhi e rispose:
    - “Questo è solo l’antipasto tesoro, dopo potrai pasteggiare abbondantemente con il mio corpo.” - si alzò e cominciò a ripulirsi in viso con un fazzolettino, poi si rimise velocemente il rossetto ed uscì dall’auto senza aggiungere altro. Nel frattempo mi ero rivestito e quando uscii anch’io la vidi che si stava baciando appassionatamente con suo marito, mi domandai come lui non potesse avere schifo quando mi aveva appena fatto un pompino ed avesse ingoiato tutto il mio sperma, sollevai le spalle e pensai – cazzi suoi!!!;


    Continua...
     
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3 replies since 30/11/2018, 09:55   2433 views
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