La mia esperienza con una coppia cuckold

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  1. jojojos
     
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    Capitolo 3


    Il parcheggio del locale era semi deserto e con una scarsa illuminazione, appena usciti mi spinse con la schiena contro il muro e ci baciammo nuovamente con molta passione, la strinsi forte a me facendole sentire quanto avessi il cazzo duro, appoggiai le mani sul suo sedere e la spinsi ancora più forte verso di me. Aveva due chiappe sode che sembravano di marmo, ormai le nostre lingue si intrecciavano una con l’altra con una foga esagerata, le baciai il collo e lei cominciò ad ansimare eccitata, le tirai fuori un seno, le presi in bocca il capezzolo che immediatamente si inturgidì, fece scivolare una mano sul mio cazzo e lo toccò, quasi a misurarne la lunghezza, partì dalle palle e tastò fino a dove arrivava, poi con il pollice e l’indice strinse forte la cappella tra le sue dita più volte. Ad un certo punto arrivò il marito, istintivamente smisi di baciarla, lei mi prese per la nuca e mi disse:
    “Chi ti ha detto di fermarti? Ti ho detto che lui per te non esiste.” - ricominciammo a baciarci e toccarci mentre lui restava immobile ad osservarci, la luce era poca ma il suo volto mi sembrava decisamente soddisfatto. Il mio imbarazzo comunque era sempre presente e cominciai a perdere passione, solo nei film porno tutto fila liscio e nessuno si fa problemi, oppure bisogna esserci portati, davanti a lui cominciavo a sentirmi a disagio, lei lo capì e gli disse con tono autoritario:
    - “Vai ad aspettarci in macchina, muoviti!” - lui abbassò la testa e si diresse verso l’auto, una Mercedes scura parcheggiata a due passi da dove eravamo noi, salì e rimase immobile al suo interno. Simona mi guardò e disse:
    - “Ti faccio una proposta, adesso noi ci sediamo sui sedili posteriori dell’auto e cerchiamo un posto tranquillo, i tuoi esami purtroppo non sono ancora arrivati, quindi stasera non potremo esagerare, però ti prometto che quello che farò ti piacerà molto, ti fidi?”;
    - “Ok mi fido.” - risposi completamente stravolto dalla sua sensualità. Salimmo in auto ed abbandonammo il parcheggio, nel frattempo cominciò a baciarmi con passione, io ero sempre un po’ intimidito dalla presenza del marito, lei lo capì e mi disse:
    - “Se la sua presenza ti infastidisce dimmelo e lui esce dall’auto, vero tesoro?” - il marito, guardandoci dallo specchietto retrovisore disse: “Assolutamente si Gianluca, tranquillo nessun problema!” - era la prima volta che mi parlava ed il suo tono di voce era molto rassicurante;
    - “Ok grazie, scusate ma per me è tutto nuovo gente, non è così facile.”;
    - “Tranquillo tesoro, lo capisco bene, ci siamo già passati altre volte, te l’ho detto, ci vuole tempo e pazienza, ti abituerai con calma alla sua presenza, alla fine manco ci farai caso, oppure ti ecciterà da matti farlo davanti a lui, almeno è quello che speriamo.” - immediatamente mi baciò nuovamente con estrema passione, mise la mano di nuovo sul mio cazzo che nel frattempo si era ammosciato, slacciò con un gesto deciso e sicuro prima la cintura e poi i bottoni dei miei jeans, si vedeva che la sua era una mano esperta, mi fece scendere il po’ gli slip (non sopporto i boxer, porto da sempre solo slip, molte donne li trovano meno sexy ma pazienza), mi tirò fuori il cazzo e cominciò a masturbarmi. Aiutato dal buio della strada e non sentendo lo sguardo di suo marito addosso il mio amichetto si mostrò in tutto il suo vigore, era tornato durissimo e scoppiava di voglia, smise di baciarmi, abbassò lo sguardo e nonostante la poca luce lo guardò soddisfatta stringendolo forte in mano, poi mi guardò dritto negli occhi e disse:
    - “Lo sapevo che avevi un cazzo così, però vai oltre le mie aspettative, i miei complimenti Gianluca” - credo di non avere mai provato tanto imbarazzo insieme ad altrettanta soddisfazione allo stesso tempo. Non mi era mai successo che una donna mi facesse un complimento così diretto sulle misure del mio cazzo, sentirselo dire poi da una come Simona era una gran bella soddisfazione, credo che lei sapesse benissimo che certi complimenti possono solo far piacere ad un uomo, quindi era un ottimo modo di gratificarmi ed aiutare a rilassarmi. Dall’altra parte sapere di avere suo marito che ascoltava tutto mi imbarazzò terribilmente.
    Ad un certo punto l’auto si fermò e la spense, era una stradina praticamente buia, l’unica luce era quella della luna che faceva solo intuire qualcosa di quello che avveniva all’interno. Continuavamo a baciarci, mi masturbava con foga, io le avevo messo le mani tra le tette facendole uscire dal vestito, ad un certo punto smise di masturbarmi, mi prese la mano, allargò le gambe e la mise sulla sua figa, era senza intimo e grondava come una fontana, mi spinse un dito nel taglio e mi disse:
    - “Lo vedi come sono ridotta? E’ tutta colpa tua.” - poi mi prese il dito e se lo mise in bocca succhiandolo e ripulendolo dagli umori con il quale si era intriso, rimise nuovamente il dito sulla sua figa e poi nuovamente in bocca, poi mi sussurrò: “Baciami.”;
    Ricominciammo a baciarci ed a masturbarci a vicenda, la sua figa era bagnatissima e caldissima, io cercavo sempre di capire se suo marito ci stesse guardando, lo vidi che ci osservava dallo specchietto retrovisore, non si era girato a guardarci ma la sua presenza la sentivo e mi infastidiva, Simona lo capì e quindi gli disse con tono deciso:
    - “Devi uscire!” - lui non fece una piega ed uscì immediatamente, vidi una sigaretta accendersi nel buio verso la parte anteriore dell’auto, mi sentivo più rilassato e mi chiese:
    - “Va meglio così?”;
    - “Decisamente!” - risposi soddisfatto.
    A questo punto si girò con la schiena verso di me, si slacciò le spalline del vestito legate al suo lungo e vellutato collo chiedendomi di darle una mano. La aiutai a sfilarsi il vestito che gettò sui sedili anteriori, non avendo intimo era già completamente nuda, mi sfilò i pantaloni e mi tolse la camicia, si abbassò, prese un preservativo dalla tasca laterale dell’auto, lo scartò e lo appoggiò sulla punta del mio cazzo che era al massimo della sua tensione, mi guardò e disse: “Io li odio questi cosi ma non ho ancora i tuoi esiti, porta pazienza.” - non le risposi nemmeno, mise la bocca sul mio cazzo e lo srotolò piano piano senza usare le mani, una mossa che avevo visto fare solo nei film porno, rischiai di venire immediatamente, quindi la spinsi via e l’aiutai a sedersi nuovamente sui sedili, intuì le mie difficolta e mi lasciò respirare. Cominciai a baciarla, leccavo i suoi seni palpandoglieli con forza, mi teneva la testa e la dirigeva dove più desiderava stringendomi i capelli, ero alla sua mercé, quella donna mi aveva in pugno ed io ero il suo giocattolo. Passai a baciarle la pancia, definita e liscia come la seta, ansimava e cominciava a sudare, passai a leccarle le cosce, poi l’interno coscia e mi avvicinai alla figa, si fermò e disse: “Cosa fai?” - in preda all’eccitazione non mi ero posto minimamente il problema di accertarmi sulla sua salute e replicai: “Sei sana come un pesce Simona, capisco che tu voglia accertarti che io sia sano, ma non posso non leccartela.” - senza aggiungere altro cominciai a leccarle la figa con estrema passione. Era bagnatissima, completamente rasata e liscia come la seta, calda e profumata come una rosa, appoggiò una mano sulla mia testa e gridò: “Oh siiiiiiiiii!!!” - non la immaginavo così rumorosa, mentre gliela leccavo continuava a godere a gran voce, le sue gambe avevano degli scatti come se fosse in preda a convulsioni, gli umori che produceva erano ancora più abbondanti di Roberta, mi spingeva la testa con forza e mi tirava i capelli, il clitoride era gonfio ed a ogni passaggio con la lingua si contraeva gemendo di piacere.
    Leccare la sua figa era molto piacevole e sentirla gemere così forte mi dava una spinta inarrestabile, cominciai ad allargargliela esplorandola con le dita, le misi il pollice dentro fino in fondo spingendo con forza verso il culo, la cosa le piaceva parecchio, appoggiai un dito sul buco del culo e cominciai a girarci intorno, non dava il minimo segno di fastidio, anzi roteava i fianchi e spingeva con il bacino verso il basso, presi coraggio, e cominciai ad infilare il dito medio dentro, avevo il pollice dentro la sua figa ed il medio piantato nel suo culo fino in fondo, si bagnava all’inverosimile e continuava a spingere per sentirli meglio, ad un certo punto venne e lo gridò a gran voce: “Godo cazzo godo, oddio, non fermarti ti prego!!!” - mi tirò su la testa, mi costrinse ad alzarmi, mi coricò sui sedili, si mise sopra di me a “69”, cominciò a succhiarmelo avidamente mentre io ricominciai a leccarle la figa. Avevo ripreso fiato e riuscivo a trattenermi, aiutato anche dal fatto che con il preservativo il pompino risultava meno stimolante, però era davvero brava, riuscivo comunque a percepire il calore della sua bocca, inoltre mi leccava sovente le palle, me le insalivava e poi le asciugava con lingua, una vera artista del pompino, non osavo immaginare senza preservativo che sensazioni regalava, leccava sovente anche il mio buco del culo, uno spettacolo.
    Ad un certo punto si alzò, mi bacio a lungo e poi mi chiese con voce decisa: “Scopami Gianluca adesso!!!” - non me lo feci ripetere due volte, mi sedetti sul sedile e la invitai a sedersi sul mio cazzo, si mise sopra di me e se lo infilò dentro; avevo le sue bellissime tette che danzavano davanti alla mia faccia, cominciai a leccagliele e stringerle forte, cavalcava come una puledra e continuava a ripetere quanto le piacesse, quanto avevo il cazzo grosso e duro, parlava in continuazione e con un tono di voce molto alto, una vera furia, oso solo immaginare suo marito cosa pensasse la fuori. Piantò i piedi sui sedili, inarcò la schiena all’indietro e cominciò a fare su e giù ad un ritmo forsennato, aggrappandosi ai sedili anteriori, ero al limite, se ne accorse, si tolse e mi disse: “Non dirmi che stai per venire ti prego, ne voglio ancora.”;
    - “Sono al limite Simona, scusa” - mi guardò con aria delusa e poi disse:
    - “Allora vieni, tanto te lo rifaccio diventare duro in un attimo!” - detto questo me lo riprese in bocca e scoppiai all’istante, continuò a succhiarmelo mentre con una mano mi accarezzava le palle, poi me le leccò continuando a menarmelo, ero stravolto, non immaginavo che una donna dall’aspetto così distinto fosse così affamata di cazzo, notando che restava duro, prese un altro preservativo e mi disse:
    - “Cambiatelo ti prego, ne voglio ancora!” - lo cambiai in fretta e furia sperando che non diventasse molle, tornò immediatamente sopra e ricominciò a cavalcare con lo stesso ritmo forsennato di prima. Non mi era mai capitato di scopare una donna così calda e vogliosa, mi era successo in passato di farne due in rapida successione ma ero stupito dal fatto che avevo il cazzo duro da più di un’ora e non accennasse minimamente a scendere, ero stravolto, mi stava spaccando in due! Ad un certo punto si tolse, si girò a pecorina e mi disse:
    - “Scopami così, come una cagna, dai che sono la tua cagna in calore, scopami!!!” - quelle parole mi fecero impazzire, la presi su fianchi, glielo infilai tutto dentro facendo un po’ di contorsionismo e cominciai a scoparla con tutta la forza che avevo, lei apprezzava tale impeto e disse:
    - “Così, così fammi male!” - ormai avevo perso ogni tipo di freno inibitorio, cominciai a scoparla con una forza inaudita, le schiaffeggiavo il culo e lei apprezzava moltissimo, ogni tanto esageravo e si lamentava che le facevo male, però subito dopo diceva che le piaceva e che dovevo continuare. Arrivai alla fine, tolsi il preservativo e la schizzai su tutta la schiena, nonostante fossi venuto poco tempo prima era tantissima, arrivò a sporcarle anche i capelli, le avevo fatto un gran bel ricamo, pensavo di avere esagerato e le dissi:
    - “Scusa, forse ho esagerato.”;
    - “Tranquillo sei stato perfetto, forse potevi evitare di schizzarmi tutta, non posso farmi la doccia, ma va bene così, adesso però ripuliscimi.” - tirò giù il finestrino dell’auto e chiamò suo marito con aria soddisfatta e divertita:
    - “Tesoro prendimi i fazzolettini per piacere, qui abbiamo fatto un casino.” - il marito prese una scatola di fazzolettini dal cassettino portaoggetti anteriore e si avvicinò al finestrino, quando fu li davanti vide sua moglie nuda e con tutta la schiena sporca del mio sperma, sudata come una bestia ed ancora con il fiatone, io dietro di lei con il cazzo ancora duro appoggiato sulle sue chiappe, spalancò gli occhi godendosi la scena, deglutì nervosamente e poi sparì velocemente. Feci pulizia e poi cominciammo a rivestirci, ero imbarazzato, la presenza di suo marito mi aveva turbato, lei lo notò e mi disse:
    - “Gianluca sei stato grande, cos’è quel muso imbronciato, non ti è piaciuto?”;
    - “Certo che mi è piaciuto, tu sei stata perfetta Simona, però lo sguardo di tuo marito mi è sembrato strano, mi sembrava incazzato.”;
    - “Fidati che va tutto bene, ti assicuro che mio marito era incazzato solo perché si è perso tutto lo spettacolo, un gran bello spettacolo devo dire, ma non ti preoccupare gli racconterò tutto per filo e per segno e ti assicuro che parlerò molto bene di te, per essere la prima volta e nonostante il preservativo è stato fantastico, tranquillo.” - detto questo mi baciò ed appena finimmo entrambi di rivestirci chiamò il marito che tornò al posto di guida, dopodiché tornammo al locale in assoluto silenzio.
    Arrivati nel parcheggio, scese dall’auto con me, mi accompagnò alla moto e mi disse:
    - “Gianluca è stato bellissimo, la prossima volta però dobbiamo farlo in un posto più comodo non trovi? E soprattutto senza preservativo!!!”;
    - “La prossima volta vuol dire che ho superato la prova?”;
    - “A pieni voti tesoro, non potevo chiedere di più la prima volta, sei stato perfino meglio di Massimo.”;
    - “Chi è Massimo?”;
    - “Il ragazzo che mi scopava prima di te, lui la prima volta è durato poco e prima che rendesse come piace a me ci è voluto parecchio tempo, poi si è ripreso però, per fortuna aggiungerei.”;
    - “Quando sarà la prossima volta?”;
    - “Non essere impaziente, ti contatterò tra qualche giorno, non ti preoccupare.” - mi baciò nuovamente, poi mi fece ciao ciao con la manina, salì in auto con il marito e scomparve.

    Continua...

    Capitolo 4

    Quella sera tornai a casa veramente soddisfatto, non ci credevo ancora a tutto quello che era successo; avevo avuto parecchie storie nella mia vita, con ragazze e donne dei più svariati tipi, però un’esperienza come quella con Simona era stata davvero unica. Avevo visto parecchi film porno che trattavano l’argomento, i cuckold ai tempi non venivano chiamati così, io personalmente non mi ricordo di amici che avessero mai avuto la mia stessa esperienza, magari era stato chiesto anche a loro il più assoluto riserbo, fatto sta che non avevo mai pensato di poter raccontare una storia del genere con me protagonista. Ero eccitato ed avrei voluto parlarne subito con qualcuno, avevo bisogno di confrontarmi con un amico, non tanto per vantarmene (anzi un po’ direi di si) ma per potermi far consigliare se continuare o meno la cosa, non volevo che questa avventura mi portasse ad avere problemi, probabilmente erano solo seghe mentali ma vi assicuro che viene voglia di dirlo a qualcuno, è difficile tenere per se tutto quanto. Pensandoci bene avevo paura che la storia si propagasse a macchia d’olio, sapete bene la gente com’è fatta, inoltre mi sentivo un po’ in colpa per Roberta, non se lo sarebbe meritato proprio un ulteriore sputtanamento. Decisi che tutto sarebbe rimasto privato, non ne avrei mai parlato con nessuno, inoltre lo avevo promesso a Simona.
    Arrivato a casa mi feci una doccia, ero ancora sudato e caldo per quello che era successo, sotto la doccia ci pensavo ancora e mi masturbai, ero troppo ansioso per il prossimo incontro con la magnifica Simona. Presi sonno molto tardi, la sua figura mi tormentò per tutta la notte, penso di avere avuto il cazzo duro tutto il tempo ed al mattino mi bruciava, era come se avessi scopato ininterrottamente con Simona, davvero sconvolgente la situazione.
    Durante la mattinata al lavoro continuai a pensarci, ero ingrifato più del solito, mi accorsi che guardavo tutte le ragazze con la voglia di scoparle tutte, non riuscivo a togliermi dalla mente Simona ed il suo corpo. Nella pausa pranzo telefonai a Roberta, sapevo che era a casa per preparare un esame importante:
    - “Ciao bellezza, cosa fai di bello”?;
    - “Ciao tesoro, sto studiando, sono un po’ in crisi, non mi entra in testa quello che devo dire come vorrei, sono preoccupata per questo esame, ho paura che non andrà bene come spero…”;
    - “Ma figurati sei bravissima e farai faville come al solito.”;
    - “Grazie ma sei di parte, sono davvero in crisi.”;
    - “Ti ci vorrebbe un bel massaggino rilassante, se vuoi vengo da te, oggi finisco alle 17.” - mi aspettavo che mi mandasse a stendere come al solito, le chiedevo sempre di andare a casa sua quando i suoi non c’erano ma non aveva mai voluto, invece mi sorprese rispondendo:
    - “Si come no, immagino il tuo massaggio come sarebbe, sai cosa ti dico? Va bene, ti aspetto allora, tanto sono a casa sola fino a tarda sera, i miei dopo il lavoro sono ad una cena con dei clienti, saremo soli soletti, ti aspetto.”.
    Perfetto, era quello che volevo, mi sarei sfogato per bene con Roberta, non vedevo l’ora di essere da lei.
    Finito il lavoro corsi da Roberta con il cazzo che mi esplodeva dal desiderio, parcheggiai la moto sotto casa sua e suonai al citofono. Abitava al quarto piano di una palazzina molto elegante in pieno centro, arrivato davanti alla sua porta mi aprì sorridente; indossava una maglietta a righe bianca e rossa, molto aderente e senza reggiseno ed un paio di pantaloncini bianchi dai quali si intravvedeva un perizomino rosso, girava a piedi nudi con le unghie appena verniciate di un rosso fuoco, era uno splendore. La baciai immediatamente con molta passione, le infilai immediatamente la mano sotto i pantaloncini e cominciai a stringerle forte il culo, mi guardò e disse sorridendo:
    - “Hey ma come sei messo? Sei più infoiato del solito, sei proprio in astinenza allora.”;
    - “Scusa ma è tutto il pomeriggio che ti penso, non mi hai mai fatto venire a casa tua e la cosa mi ha eccitato moltissimo, a proposito cos’è questa novità?;
    - “Niente è che ho parlato di te con i miei, sai come la pensano no? Gli ho detto di noi e di quanto sono innamorata di te, vogliono conoscerti.” - i genitori di Roberta erano molto benestanti, avevano uno studio di architettura molto rinomato e volevano il meglio per la loro unica figlia, essendo una piccola città avevano saputo di noi due e l’avevano sempre avvisata che si sarebbe dovuta trovare un ragazzo alla sua altezza, io non lo ero, la mia famiglia era di umili origini ed avevo un lavoro molto al di sotto delle loro aspettative, inoltre mio padre conosceva il suo e lo aveva sempre descritto come un montato arrogante pieno di soldi, anche lui mi aveva consigliato di lasciar perdere Roberta per non imparentarmi con loro. Un po’ innervosito le risposi:
    - “Non era il caso, lo sai che cosa penso di tuo padre, a dirla tutta a me non interessa conoscerlo come lui non è interessato a me, mi metti in difficoltà.”;
    - “Ti prego Gianluca, io invece lo vorrei tanto, ho parlato con mia madre e lei ha capito quanto ci tengo a te, mi ha detto che ci parlava e lo convinceva che eri un bravo ragazzo, alla fine si è convinto anche lui ed ha detto che era necessario trovarsi tutti insieme e conoscersi di persona.”;
    - “Ecco perché mi hai invitato qui e non riesci a studiare, eri tesa per questo non per l’esame.”;
    - “In realtà sono stata a casa per studiare ma non ho avuto difficoltà a prepararmi, poi mi hai telefonato ed ho trovato il coraggio di parlartene, dimmi che non ti sei incazzato?” - ero invece imbufalito, mi stava talmente tanto sulle palle suo padre che la notizia mi aveva fatto perfino passare la voglia di scopare, ero sicuro che quello stronzo voleva solo mortificarmi e farmi passare per inadeguato davanti a sua figlia, inoltre avevo saputo che aveva preso informazioni su di me al lavoro, me lo aveva confidato il direttore del supermercato, parlandogli aveva manifestato apertamente che mi considerava una nullità e che avrebbe fatto di tutto per convincere la figlia a troncare il rapporto, la cosa mi aveva parecchio infastidito ma non l’avevo mai detto a Roberta;
    - “Guarda Roberta ti devo dire che tuo padre mi considera una merda.”;
    - “Ma dai cosa dici?;
    - “Il tuo paparino ha perfino parlato con il mio direttore, dicendogli che non valgo nulla ed avrebbe fatto di tutto per convincerti a mollarmi, adesso vuole conoscermi? Se permetti la cosa mi insospettisce.”;
    - “Cosa? E tu come fai a saperlo? Non ci credo!”;
    - “Lo so perché me lo ha detto il mio direttore, con lui ho confidenza e mi ha consigliato di non avere a che fare con tuo padre, cambia aria mi ha detto. Non te ne ho mai parlato perché so quanto lo ammiri ma arrivati a questo punto è giusto che tu lo sappia cosa pensa di me!” - Roberta era visibilmente commossa, forse aveva avuto il sospetto che suo padre ostacolasse il nostro rapporto, però non aveva immaginato fino a che punto era arrivato;
    - “Vabbè dai ci parlo io con lui, però non mandare tutto all’aria, imparerà ad apprezzarti per quello che sei, lo so che è molto possessivo con me, ma posso fargli capire quanto sei meraviglioso e quanto ci tenga a te, ti prego.” - mi abbracciò e cominciò a piangere a dirotto, non ho mai sopportato vedere una ragazza piangere, soprattutto Roberta per la quale, in fin dei conti, provavo affetto, non era amore vero come credo fosse per lei, altrimenti non l’avrei mai tradita come invece avevo fatto parecchie volte, però le volevo bene e vederla piangere così mi intenerì molto, aspettai che si calmasse accarezzandola.
    - “Dai ne parliamo un’altra volta, ora vado, sono stanco e tu devi studiare, ne riparleremo sabato.”;
    - “Ecco ho rovinato tutto, eri venuto qui per stare con me tutto eccitato, adesso sei stanco, sono proprio un disastro!” - ricominciò nuovamente a piangere e singhiozzando mi disse:
    - “Ti prego resta con me, andiamo di la dai.” - mi prese per mano e mi trascinò con lei. Davanti alla porta di casa c’era un enorme salone tutto ricoperto di parquet come il resto dell’appartamento, entrammo e mi invitò a sedermi sul divano di pelle, i mobili erano tutti antichi e di valore, alla nostra destra c’era un grosso tavolo di legno, penso che si potesse mangiare in parecchi viste le dimensioni, solo il salone era grosso come tutta la mia casa. Si sedette a fianco a me e cominciò a baciarmi ancora con il viso pieno di lacrime, ero molto imbarazzato e mi sentivo in colpa per averla ferita, quindi le presi il viso tra le mani e le dissi;
    - “Scusa se ti ho vomitato in faccia cosa penso di tuo padre, però davvero, a me non interessa conoscerlo, a me interessi te e basta, non devo per forza piacergli e sinceramente manco mi interessa, ok?”;
    - “Ok ok, adesso però promettimi che non te la sei presa e che non te ne andrai.” - la rabbia mi stava passando e cominciava nuovamente a venirmi voglia di scopare;
    - “Dai, va bene, adesso mi passa, però ho sete.”;
    - “Aspetta vado a prenderti qualcosa, cosa vuoi?”;
    - “Acqua, portami solo dell’acqua grazie.” - mi baciò teneramente e mi disse;
    - “Non scappare torno in un baleno.” - corse velocemente in cucina e tornò subito con una bottiglia di acqua da mezzo litro per me ed una bottiglietta di succo di frutta per lei, mi diede da bere ed appoggiò sul tavolino il succo, guardandomi con aria divertita, sapevo esattamente come sarebbe finita, aveva intenzione di farmi contento con il suo nuovo giochetto. Mentre bevevo si tolse la maglietta ed i pantaloncini, restando solo con il perizoma rosso, le passai la bottiglia dell’acqua dopodiché si sedette sulle mie gambe mettendomi le sue tettine in faccia e spingendoci in mezzo la mia testa.
    Cominciai a rilassarmi leccandole i seni, era davvero eccitata, i suoi capezzoli si inturgidirono immediatamente, erano un piacere da succhiare e mordicchiare, ci baciammo a lungo mentre ondeggiava il suo magnifico culetto sul mio cazzo duro come il marmo. Mi sfilò la maglietta, poi si inginocchiò davanti a me, mi levò pantaloni e gli slip cominciando a leccarmi le palle, a me è sempre piaciuto molto farmele leccare, lo sapeva ed era partita davvero bene. Mi leccava tra palle e buco del culo insalivando il tutto abbondantemente, poi ripuliva per bene, passò poi a leccarmi l’asta lateralmente dal basso verso l’alto, fece colare un po’ di saliva sulla cappella, aspettò che scendesse sull’asta e poi cominciò un pompino davvero straordinario, la sua tecnica era davvero notevole, inoltre ansimava sul cazzo mentre lo succhiava, sembrava godere nel farlo, accompagnavo la sua testa spingendogliela fino a farglielo prendere tutto in gola, altra cosa che adoro veder fare ad una donna, avevo il cazzo completamente ricoperto dalla sua saliva e quando prendeva fiato mi guardava ansimante, con il fiatone e le bave alla bocca. Avevo bisogno di prendere fiato quindi la feci coricare con la schiena sul tavolo da pranzo, le tirai su le gambe e cominciai a leccarle le dita dei piedi, poi la parte superiore, passai ai polpacci, arrivando fino in cima, davanti ai miei occhi si paravano i suoi meravigliosi buchetti, cominciai a leccarle il buco del culo, a lei piaceva farselo leccare ma di solito era infastidita quando puntavo la lingua entrandoci leggermente, quella volta invece spingeva facendolo aprire ed ansimava parecchio, infilai la lingua e lei si aprì le chiappe con le mani facendolo dilatare meglio, la cosa mi stupì moltissimo ma non esagerai sapendo come la pensava, passai a leccarle la figa, era fradicia, appena presi tra le labbra il clitoride emise un forte gemito e sollevò la schiena come se avesse avuto un orgasmo, leccai per bene entrambi i buchetti per qualche minuto. La tirai su, tornai a sedermi sul divano e la invitai a sedersi nuovamente sulle mie ginocchia come prima, appena si sedette prese il mio cazzo e se lo accompagnò con delicatezza nella figa, scese piano piano fino in fondo e cominciò un lento e sensuale su e giù, aumentando gradatamente il ritmo finché ebbe un profondo orgasmo, i suoi umori colavano sulle mie palle e bagnavano il divano di pelle scura, mi abbracciò, mi baciò e disse che mi amava da impazzire. La feci alzare e la costrinsi a mettersi a quattro zampe sul tappeto, si piazzò con le tette a terra e con il suo splendido culetto per aria, mi misi in piedi dietro di lei, mi abbassai e la penetrai profondamente scopandola con forza, ansimava ed ogni mio colpo la spiaccicava a terra sempre di più, dalla mia posizione ammiravo il suo buco del culo che si dilatava, mi attirava come un’ape sul miele, presi fiato e mi inginocchiai dietro di lei, ricominciai a leccarle i due buchetti, la figa era gonfia ed arrossata, bagnatissima e calda, con il dito accompagnai i suoi umori sul buco del culo, cominciai a rotearci il dito sopra, poi provai ad infilarlo, nuovamente cominciò a spingere per favorire la penetrazione finché glielo infilai completamente, notai che invece di lamentarsi come aveva sempre fatto cominciò ad ansimare, non capivo se di piacere oppure solo per fare scena, anche se era stretto ebbi la sensazione che era naturalmente predisposto a dilatarsi facilmente, tolsi il dito e con le mani allargai le chiappe, il buco si dilatò parecchio mostrandosi davvero irresistibile ed accogliente, infilai la lingua dentro molto facilmente, poi nuovamente prima un dito, poi due con lei che non si lamentava ma sembrava apprezzare la cosa, cominciai a fare su e giù ad un ritmo sempre superiore, era sempre più facile entrarci dentro ed il sangue mi saliva alla testa. Ad un certo punto si girò leggermente e mi disse con un tono tra il compiaciuto ed il preoccupato:
    - “Fai piano, lo sai che li non è entrato mai nessuno.”;
    - “Scusa Roberta mi ero fatto prendere un po’ troppo, ti ho fatto male?;
    - “Non ti ho detto di fermarti, ti ho solo detto che quando infilerai il cazzo devi farlo piano.” - rimasi a bocca aperta, mi stava invitando ad incularla? Non ci potevo credere:
    - “Sei sicura? Non voglio forzarti, so come la pensi sull’argomento.”;
    - “Ti ho detto di fare piano.”;
    - “Sei sicura?”;
    - “Muoviti, finora mi è piaciuto voglio che ci provi.” - detto questo si mise le mani sulle chiappe aprendosele con forza, il suo buco del culo si dilatò moltissimo e spinse con decisone facendolo aprire e chiudere. Bagnai con un po’ di saliva il cazzo per lubrificarlo, presi coraggio e glielo puntai, poi cominciai a farlo entrare con molta dolcezza, ansimava e continuava a spingere per facilitare la penetrazione, avevo ormai la cappella dentro al suo culo, spinsi un po’ ed entrò ancora di più, si bloccò per un secondo e mi disse ansimando:
    - “Piano, ti prego fermati un attimo.” - mi fermai, era entrato dentro un terzo del mio cazzo, sentivo il calore del suo culo, le pareti strette che lo abbracciavano regalavano una sensazione piacevolissima, avevo già inculato altre ragazze ma così strette mai, le altre erano già state rodate, la stavo sverginando ed era davvero una piacevole sensazione, sia a livello fisico che mentale. Restai immobile per qualche secondo, poi mi disse di continuare, allora cominciai ad infilarlo sempre di più, senza accorgermene glielo avevo messo tutto dentro, fino a far toccare le palle sul suo culo, disse ansimando:
    - “Lascialo fermo un attimo per piacere.”;
    - “Roberta vuoi che lasciamo stare? Non voglio farti male.” - strinse le chiappe con decisione, le pareti del suo culo abbracciavano completamente il mio cazzo, era davvero molto bello sentire quanto fosse stretto, rilassò i muscoli e fece ancora un paio di volte la stessa mossa, era meraviglioso;
    - “Non mi fai male, anzi a dire la verità non ho mai sentito dolore, è solo una sensazione strana, prova a muoverti piano piano.” - cominciai a scoparle il culo con delicatezza, facevo molta attenzione perché sentivo che era molto stretto, proprio per quel motivo era incredibilmente bello, non si lamentava, anzi sembrava che la strana sensazione stesse diventando piacere, continuava a tenersi le chiappe aperte, poi ne tolse una e cominciò a sgrillettarsi. Proprio in quel momento il mio sguardo notò una foto di suo padre sulla credenza, quella faccia di merda stringeva la mano ad un tizio mentre riceveva una targa, probabilmente un premio, lo guardai soddisfatto e pensai – Guardami, sto scopando il culo di tua figlia in casa tua, che ne dici stronzo? - senza accorgermene cominciai a scopare il culo di Roberta ad un ritmo molto deciso, le entravo dentro fino in fondo ed arrivavo quasi a farlo uscire, poi la penetravo nuovamente, avevo perso il controllo, per un po’ non disse niente, poi mi intimò:
    - “Piano piano cazzo, così mi fai male!!!” - quelle parole ed il suo sguardo sofferente invece di bloccarmi mi fecero venire, le versai in culo una quantità industriale di sperma che lubrificarono il canale facendone fuoriuscire un po’ mentre continuavo a scoparla, la cosa le fece evidentemente piacere perché esclamò a gran voce:
    - “Oh si, non ti fermare, non ti fermare.” - infoiato come un animale continuai a scoparla con forza con lei che continuava a dire che era meraviglioso. Ad un certo punto mi fermai, lo sfilai dal suo culo ed una grossa goccia di sperma cadde sul tappeto, si alzò e corse in bagno mentre io mi sedetti esausto ma soddisfatto sul divano, rimasi li a prendere fiato finché non tornò poco dopo con uno straccio in mano, si inginocchiò sul tappeto e cominciò a pulire lo sperma;
    - “Cazzo speriamo che non resti la macchia.”;
    - “Magari devi farlo con lo straccio bagnato.”;
    - “Hai ragione!” - si girò e tornò di corsa in bagno, il suo bel culetto ondeggiava, notai come il buco era ancora dilatato ed arrossato, ero molto compiaciuto di averglielo scopato e riempito di sperma, tornò con lo straccio e riprese a pulire, mi inginocchiai di fronte a lei, la baciai e le dissi:
    - “E’ stato meraviglioso Roberta, grazie di questo enorme regalo.”;
    - “Non avevo la minima intenzione di provarci, però oggi ti sei mosso molto bene e senza volerlo ti ho praticamente invitato a farlo, devo ammettere che il regalo ce lo siamo fatti a vicenda, mi è piaciuto parecchio sai?” - dopo aver detto quelle parole arrossì vistosamente, credo che si vergognasse, soprattutto ad ammetterlo, quindi la baciai nuovamente e le sussurrai:
    - “Dobbiamo rifarlo.” - mi guardò sorridendo e disse:
    - “Chissà!!”.
    Poco dopo tornai a casa estremamente soddisfatto, Roberta ultimamente si era scatenata anche a livello sessuale, era un peccato tradirla ma Simona era davvero entrata nella mia mente. Quella notte sognai di scopare Simona e Roberta insieme: il sogno cominciava con me che entravo in casa di Roberta trovandole che lesbicavano in camera sua, poi subentravo io e le scopavo a turno, prima in figa e poi nel culo, finendo con loro due inginocchiate davanti al mio cazzo pronte a ricevere sui loro visi il mio sperma, mi svegliai sudato come una bestia e mi masturbai venendo in un secondo.

    Continua...
     
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3 replies since 30/11/2018, 09:55   2433 views
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